Di scuola non si può morire!
28 gennaio 2022
Mobilitazione nazionale studentesca
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La “tragica fatalità”, secondo la narrazione ricorrente nelle veline ufficiali, il 21 gennaio ha colpito uno studente diciottenne, schiacciato da una putrella che lo ha ucciso in un centro di formazione professionale. Era l’ultimo giorno del suo percorso formativo che prevede la pratica professionale presso aziende. Non è il primo incidente che si verifica nell’interscambio fra studio e lavoro, reso obbligatorio dalla cosiddetta “buona scuola”, la riforma varata dal governo presieduto dall’allora rampante piddino Matteo Renzi. L’anno scorso sono morte 1404 persone per infortunio sul lavoro, quasi 4 ogni giorno in media. Sul lavoro si muore, perché nel sistema attuale che ancora noi ci ostiniamo a chiamare capitalismo, il lavoro è innanzitutto sfruttamento a cominciare dai “risparmi” di spesa per la sicurezza.
L ’Alternanza scuola lavoro, ora ridenominata PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), insieme agli stages gratuiti e al sotto inquadramento degli apprendisti, costituisce la nuova frontiera del mercato del lavoro, in cui lo scambio non è più tra forza lavoro e salario, ma tra lavoro e formazione, reale o presunta che sia. Occasione ghiotta per avere lavoro gratis che si nasconde dietro la favola bella di favorire l’introduzione dei giovani nel mondo del lavoro, opportunamente formati nel credo neoliberista trionfante: precarietà, dequalificazione, sfruttamento e “rinuncia” ai diritti nel nome della produzione e della concorrenza. Una pratica che nelle scuole medie superiori riguarda in particolare gli istituti tecnici e professionali, che mettono a disposizione delle aziende centinaia di migliaia di giovanissimi/e, con la partecipazione attiva, lo si dica, di valenti e volenterosi insegnanti che coordinano e organizzano l’integrazione scuola-lavoro. Dopo la morte di Lorenzo è più che mai necessaria una mobilitazione in tutte le scuole e tutte le organizzazioni studentesche devono attivarsi per questo obiettivo. I sindacati tutti devono organizzare la protesta, in primo luogo delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, dare ad essa continuità e capacità contrattuale a cominciare dall’immediata sospensione dell’alternanza scuola lavoro. Primo passo: “riportare” a scuola studenti e studentesse, in aule ristrutturare e accoglienti, eliminando quelle “pollaio”, aumentando gli organici e attrezzando laboratori e aule di strumenti adeguati e ammodernati.
Sinistra Anticapitalista