Volantino: Un’altra politica economica e sociale è possibile!
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La fine dell’estate porta non solo la ripresa del campionato di calcio, ma la partita che le lavoratrici e i lavoratori non hanno mai smesso di giocare: avere un lavoro, renderlo meno precario, riuscire ad avere un reddito che permetta di vivere, non subire ogni sorta di ricatto dai padroni e uno sfruttamento sempre più duro.
Con milioni di disoccupati, con la precarietà dilagante di giovani e meno giovani e con settori amplissimi di lavoratori che non arrivano neppure alla metà del mese, ci sarebbe da pensare che le grandi organizzazioni sindacali, con l’autunno, avrebbero cercato di riunire le forze del lavoro in una programma di difesa del reddito e dell’occupazione attraverso una vasta e unitaria mobilitazione per contrastare le politiche antipopolari del governo e del padronato.
Neanche a pensarci: le tre grandi organizzazioni sindacali invece hanno firmato un programma comune con la Confindustria, facendo presumere che ci sia una convergenza di interessi tra lavoratori e padroni; in realtà, questa scelta maschera soltanto la totale sottomissione dei dirigenti sindacali agli interessi dei padroni.
La piattaforma contiene infatti molte misure fiscali (e l’erogazione di ingenti finanziamenti pubblici) a totale vantaggio di padroni e padroncini. Per poter fare questi regali si propone di tagliare ancora la spesa pubblica, cioè i servizi pubblici e sociali per la collettività e ridurre ancora il numero di lavoratrici e lavoratori che garantiscono questi servizi indispensabili.
Per chi lavora si propone una generica “riduzione del prelievo fiscale” formula usata da tempo che ha significato solo che i ricchi pagano meno tasse e le aliquote fiscali dei salari continuano a salire.
Né una soluzione può venire dal governo di Letta Alfano e Monti, i cui protagonisti, se si litigano su Berlusconi (ma neanche tanto), trovano un perfetto accordo sulle misure economiche che colpiscono le classi popolari: questo governo si appresta ad applicare la ghigliottina del cosiddetto “fiscal compact” europeo, varando una legge finanziaria ancora peggiore di quelle che abbiamo visto finora.
TORNARE PROTAGONISTI! TORNARE ALLA LOTTA!
Per difendere le condizioni di vita e di lavoro non c’è altra strada che tornare a lottare e a scioperare, anche se è difficile e anche se c’è chi dice, e si sbaglia, che tutto è inutile; nulla è impossibile perché la classe lavoratrice costituisce la grande maggioranza della popolazione.
E non è vero che le scelte del governo siano le uniche possibili.
E’ possibile e praticabile un politica economica alternativa a favore delle classi lavoratrici, che colpisca rendite e profitti, che tagli le dannose spese militari, che riqualifichi salari, stipendi e pensioni, che sviluppi una occupazione pubblica e posti di lavoro sicuri, che rimetta in moto nazionalizzando le aziende che i padroni chiudono o delocalizzano, che riduca l’orario di lavoro a parità di salario per creare nuova occupazione, che introduca un salario minimo intercategoriale a 1500 euro e un salario sociale per le/i disoccupate/i, che ripristini le pensioni all’80% degli ultimi salari percepiti, che qualifichi e difenda la scuola statale e la sanità pubblica e l’insieme dei servizi sociali.
Per imporre tutto questo certo non basta guardare la televisione e lamentarsi dei “politici”, serve unirsi ai compagni e colleghi di lavoro, di caseggiato, di studio e ritornare ad essere protagonisti; non arrabbiarsi per poi delegare ad altri, ma essere convinti che le cose si cambiano se si ritorna ovunque a lottare per i propri diritti.