NO ALLA AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Mozione approvata all’unanimità dal Comitato Politico Nazionale di Sinistra Anticapitalista del 22 gennaio 2023

NO ALLA DIVISIONE DEL PAESE, DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI

In questi giorni il Consiglio dei Ministri si appresta a dare attuazione a una delle misure più negative, antidemocratiche e antisociali del programma delle, una misura per altro condivisa largamente già dal precedente governo, la famigerata “Autonomia differenziata delle regioni”.

Questo progetto dell’autonomia differenziata, qualora venisse attuato, darebbe un nuovo duro colpo alle condizioni di vita delle classi lavoratrici e popolari; andrebbe a penalizzare tutte le regioni, e in particolare il Sud in quanto area storicamente più debole, coinvolgendole in un perverso meccanismo che spaccherebbe il paese e che porterebbe ad effetti disastrosi per tutti/tutte i lavoratori e le lavoratrici del nostro paese. Con l’attuazione della autonomia differenziata, infatti, materie come le norme generali sull’istruzione, sulla gestione delle infrastrutture, la sanità, il governo del territorio, la sicurezza sul lavoro e tante altre (ventitré in tutto), passerebbero, per le regioni a statuto ordinario che dovessero farne richiesta, alla potestà legislativa esclusiva della regione. Le conseguenze sarebbero gravissime a partire dallo scardinamento dei contratti  collettivi nazionali di lavoro, con conseguenze rilevanti sui salari dei lavoratori/lavoratrici, alla creazione di diverse scuole a seconda della regione di appartenenza e quindi a diversi salari per i lavoratori/lavoratrici che vi operano, alla abolizione di diritti e servizi sociali omogenei a livello nazionale sostituiti da diritti diversificati in base alla appartenenza ad una regione piuttosto che ad un’altra, aumentando ulteriormente le già enormi disuguaglianze tra le diverse zone del paese e contraendo ancora di più gli spazi di democrazia del nostro paese. Denunciamo anche le modalità con cui si è portato avanti questo progetto, elaborato e discusso in ambiti istituzionali molti ristretti, tutto concentrato all’interno del governo nazionale e di quelli regionali, operando perché l’opinione pubblica non ne fosse mai veramente informata, ma anzi ne fosse tenuta all’oscuro, impedendo che i territori potessero esprimere le reali urgenze e bisogni, al fine di chiudere rapidamente la pratica legittimando ancor più le enormi disuguaglianze presenti nella penisola.

L’autonomia differenziata, frutto marcio della modifica costituzionale del Titolo V della Costituzione all’inizio del secolo, voluta dal Centro sinistra nella sua rincorsa alla Lega, non deve passare; deve essere semplicemente rigettata. Il progetto del governo deve essere ritirato. Serve una mobilitazione larga per impedire questo ulteriore scempio sociale e democratico costituzionale, che infrange la stessa unità del paese.

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