Vittorio Savarese non c’è più

di Umerto Oreste

Vittorio Savarese non c’è più.

Ci sarebbe da dilungarsi sulle sue qualità umane, quale gentilezza, rispetto per gli interlocutori, capacità di ascolto; ci sarebbe anche da dilungarsi sulle sue competenze scientifiche, tecnologiche, economiche; ci sarebbe da raccontare le sue capacità di divulgazione, di sistematizzazione, di progettazione. Io, però preferisco riflettere sul suo percorso di vita in rapporto alla politica ed ai movimenti di contestazione.

La storia recente ha visto momenti di politicizzazione di larghi settori giovanili con movimenti importanti, determinanti per lo sviluppo complessivo che hanno introdotto obiettivi, metodi di lotta, strategie diverse in ogni fase. L’Italia parallelamente ad altre nazioni ha visto una fase alta dello scontro di classe tra la fine degli anni sessanta e gli inizi degli anni settanta. Tra i giovanissimi studenti napoletani di quegli anni c’era anche Vittorio che, come tanti suoi coetanei, ha coniugato volontà di lotta e studio. Quella generazione aveva veramente cambiato la scuola, le fabbriche, la famiglia, praticamente tutto il paese. Anche Vittorio è stato tra questi, avvicinandosi al trotskismo dei GCR. Poi il riflusso, la “crisi della militanza”, il ritorno al privato, e gran parte di quei giovani ha intrapreso una vita di impegno nel lavoro, nella famiglia, nella cultura. Sono passati altri cicli di lotta e di avanzamenti ed altri periodi di sconfitte: il ’77, la pantera, Siattle, l’altermondialismo ed altri giovani sono entrati nella politica per poi rientrare a casa. Oggi che l’aggressività del capitalismo ha raggiunto livelli mai sperimentati, il profitto e l’individualismo regnano incontrastati, la democrazia è diventata carta straccia, i diritti sono calpestati, le guerre e la logica militare dettano legge, oggi, che il baratro della distruzione del pianeta è nei fatti, non si vede all’orizzonte l’apparire di nuove leve rivoluzionarie. Proprio in questi anni in cui le file di ogni sinistra sono disperse e molti si ritraggono, Vittorio ha voluto riprendere, dopo tanti decenni, la militanza e scendere in campo, perché lo riteneva un suo dovere riprendere gli ideali di quando era studente, e lo ha fatto con più maturità rispetto ad allora, con spirito critico, rifuggendo ogni astratto ideologismo. Sull’ecosocialismo ci ha fatto capire che l’anticapitalismo non è sufficiente se non ci si attrezza per progettare un sistema economico-produttivo per il futuro liberato dal profitto; se non si sperimentano da adesso soluzioni tecnologiche adeguate agli equilibri ecologici. Ha pensato che prioritariamente il nostro compito è rivolgerci ai giovani, agli studenti per aiutarli ad autoorganizzarsi e maturare una coscienza anticapitalista. Vittorio ha scritto, fatto lezioni e seminari, partecipato a riunioni nazionali, ha intrecciato il suo attivismo tra Sinistra Anticapitalista, Società della decrescita, Teachers for future, Rete Ecosocialista, e ovunque ha lasciato un vuoto e un ricordo indelebile. Ciao, Vittorio.