#Save Gaza #FreePalestina Mobilitazione internazionale per fermare il genocidio

Pubblichiamo il testo del volantino che i militanti e le militanti di Sinistra Anticapitalista distribuiranno nelle piazze del 13 gennaio in solidarietà con il popolo palestinese

In queste ore l’offensiva dell’esercito israeliano contro Gaza continua senza tregua. I bombardamenti colpiscono indiscriminatamente la popolazione civile, bambini, operatori sanitari, giornalisti. Oramai sono oltre 23 mila le vittime purtroppo il numero è destinato a crescere nei prossimi giorni. Le condizioni di vita sono disperate, tutte le infrastrutture sono state colpite, cibo e acqua scarseggiano, la maggioranza degli ospedali è ridotta a un cumulo di macerie, il 90% della popolazione è sfollata senza più vie di fuga e sono presi di mira anche gli aiuti umanitaria. 

L’offensiva israeliana non è una guerra contro Hamas, ma un vero e proprio genocidio!

Siamo di fronte ad un vero e proprio crimine contro l’umanità.  L’obiettivo di Netanyahu e dei suoi alleati di estrema destra è quello di rendere invivibile la striscia di Gaza e costringere la popolazione palestinese all’esilio mettendo in pratica una vera pulizia etnica. 

Questa logica si sta estendendo, non a caso, anche in Cisgiordania, dove continua l’offensiva coloniale. Dopo il 7 ottobre coloni e soldati israeliani hanno realizzato una serie di attacchi mortiferi contro gli agricoltori palestinesi, hanno occupato nuove terre, requisito e distrutto raccolti, espulso dalla loro terra migliaia di famiglie.

Nel frattempo, la guerra rischia di estendersi al Libano. 

È fondamentale costruire la solidarietà e la mobilitazione internazionale

La lotta del popolo palestinese è la nostra lotta. L’autodeterminazione del popolo palestinese non avverrà grazie ad un fantomatico sostegno delle potenze regionali arabe o filo iraniane. Nel corso degli anni questi regimi hanno aiutato questo o quel gruppo palestinese per promuovere i propri obiettivi politici. Quando questi sono venuti meno il popolo palestinese è sempre stato abbandonato al proprio tragico destino. 

Di fronte ad un governo israeliano che ha come suoi principali sostenitori e complici le potenze imperialiste occidentali, tra cui il governo italiano, è importante allargare la mobilitazione internazionale, l’unica capace di costruire un reale sostegno alla resistenza popolare delle masse palestinesi e ai militanti israeliani che combattono contro la politica mortifera e coloniale del loro governo.  Per questo appoggiamo ed invitiamo ad ampliare la campagna del movimento BDS (Boycott, Divestment, Sanctions), così come ci mobilitiamo perché i nostri sindacati si mobilitano nei luoghi di lavoro. 

Occorre porre al centro delle mobilitazioni la fine del progetto coloniale israeliano

Se ora appare difficile e molto lontano l’unico progetto che possa garantire a tutti i popoli che oggi vivono in Palestina, quello palestinese e quello israeliano, un futuro di pace e di sicurezza è la fine del colonialismo israeliano e la costruzione di uno Stato dove tutte e tutti le/i cittadine/i abbiano gli stessi diritti, democratico e aconfessionale, di collaborazione tra i diversi popoli.  Di fronte al fallimento e all’impossibilità della soluzione dei due popoli e dei due stati, è questa oggi l’unica ipotesi che permetta di uscire dallo scenario della guerra, della tragedia continua e di porre fine al sistema di “Apartheid”. In quale forma questa soluzione possa configurarsi, forse attraverso uno stato binazionale, come molti hanno avanzato, sarà possibile verificarlo solo attraverso un percorso democratico e partecipato che riconosca appieno i diritti di tutti i popoli presenti su quel territorio.

Con questo spirito partecipiamo alle mobilitazioni del 13 gennaio consapevoli che solo una mobilitazione popolare dal basso possa imporre la fine dei bombardamenti e del genocidio a Gaza.