Dal Totemismo all’Antropocene: spunti per una storia del rapporto Uomo/Natura

di Sinistra Anticapitalista Napoli

Vico santi Filippo e Giacomo 15

Martedì 10 ottobre ore 18

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Homo sapiens nella sua storia ha sistematizzato diversi approcci di relazione tra la propria specie ed il resto della biosfera. Dal punto di vista ecologico, a parte episodi di copresenza con altre specie del genere Homo, non ha prodotto rapporti co-evolutivi con altre specie.
Dal punto di vista culturale, invece, nel corso della sua esistenza ha vissuto periodi storici e preistorici di intenso rapporto con il resto della biosfera idealizzando una stretta simbiosi. Ciò è successo nel tribalismo come nell’antichità classica occidentale e orientale.
Un momento di frattura si è avuto nel passaggio dal politeismo al monoteismo, con la distinzione anima/corpo e la gerarchizzazione dell’esistente nella scala naturae, quale modello eterno e consolidato di ogni vivere sociale.
In seguito, durante l’evoluzione della filosofia occidentale, si è cercato di indagare la natura in modi diversi e spesso divergenti, ma sempre come oggetto altro, esterno al pensante.
A metà del XIX secolo la pubblicazione del libro di Darwin sull’evoluzione delle specie ha messo in crisi il modello di una natura statica nel tempo, e quindi ne ha fatto crollare la gerarchizzazione. Nel contempo, anche la storia dell’ordine sociale veniva letto in chiave dinamica da Marx con i cambiamenti dei modi di produzione e le conseguenti affermazioni dell’egemonia delle classi che li introducevano. Le due impostazioni quelle di Marx e di Darwin distruggevano le gerarchie della scala naturae dal punto di vista biologico e sociale. Nel contesto, l’industrializzazione e lo sviluppo capitalistico portavano ad un parallelo accaparramento delle risorse naturali e del lavoro salariato. Il contemporaneo positivismo glorificava l’assoggettamento della natura alla vanità dell’uomo non più divinizzato dall’alto ma autoproclamatosi padrone del mondo.
Nel XX secolo sono emerse posizioni culturali che negavano l’antropocentrismo e prospettavano il superamento del dualismo uomo-natura in una visione olistica, non considerando più la natura come altro con il quale relazionarsi, ma considerando se stessi parte integrale della natura (Arne Naess). L’incontro di tale posizione filosofica con le critiche economiche, politiche e sociali del modello capitalistico hanno poi generato le elaborazioni di chi ha proposto un superamento contemporaneo del modo di produzione e del rapporto con l’ambiente naturale (O’Connor, Grosz, Bahro).
Quando tali teorizzazioni hanno incontrato i movimenti di contestazione sociale dell’ordine capitalistico si è generato il Movimento Ecosocialista che sta mettendo insieme in una alternativa anticapitalista nuove energie di lotta e approfondimenti analitici in parti diverse del pianeta, dall’indigenismo antiestrattivo, all’ecofemminismo, alla lotta all’iquinamento e alle grandi opere, al rifiuto del fossile, all’antispecismo.
Parallelamente occorre impegnarsi nel determinare le caratteristiche della transizione verso una società ecocompatibile, unica prospettiva alla rovina della biosfera indotta dai cambiamenti climatici.
In questa prospettiva, oltre alla scienza e alla tecnologia occorre costruire un nuovo atteggiamento olistico con il resto della biosfera; un atteggiamento non mistico, ma scientifico che metta insieme coscienza e sensazione, il fare e il percepire, il corpo e la mente. Si tratta di una unità possibile perché tutto è materia ed energia, che può essere letta senza determinismo ma con approcci di livelli di complessità diversi, ma sempre razionali.

A chi ne farà richiesta verrà fornito apposito link per accedere anche da remoto.