Lettera aperta da Piombino per l’uscita dal fossile

Pubblichiamo la lettera aperta alle forze sociali e politiche a cui Sinistra Anticapitalista ha comunicato la propria adesione.
Piombino 24/02/2023
LETTERA APERTA
(alle forze sociali e politiche)
Parteciperemo alla manifestazione contro la scelta del rilancio dei combustibili fossili fatta dal Governo Draghi prima e portata oggi avanti con più forza dal Governo Meloni. Tale scelta non ha senso, si risolverà in un grande affare per le varie multinazionali che controllano tale settore e in un disastro economico che allontanerà l’Italia dalla transizione verso le energie rinnovabili alla base dell’unico sviluppo possibile e sostenibile dal nostro pianeta. La manifestazione dell’11 Marzo per l’uscita dal fossile non è la conclusione ma l’inizio di un percorso di trasformazione che dovrà coinvolgere la maggioranza dei cittadini, delle aziende, del mondo della cultura e della politica. Con la scelta del no alle fonte fossili e del si alle rinnovabili, al risparmio energetico, al rispetto dell’ambiente, alla difesa della salute dei cittadini delineiamo anche un modo diverso di fare industria, di spostarsi, di commerciare, di lavorare, di fare agricoltura ed allevamento, di consumare e di valutare lo sviluppo di un paese. Dire no alle fonti fossili e si alle rinnovabili implica per noi tutto questo. Tale percorso è lungo e dovrà vedere altre manifestazioni Nazionali nei territori che come Piombino saranno devastati dalle scelte di SNAM e dell’ENI sostenute dal Governo Meloni.
Dovremo arrivare poi ad una manifestazione a Roma per l’uscita dal fossile e forse sarà necessaria una piattaforma più ampia per l’annullamento della decretazione di emergenza che ha eliminato tutte le Leggi e le procedure che difendevano ambiente e cittadini, per il rispetto della programmazione territoriale in mano ai Comuni, per investimenti da dare ai Comuni, per lo sviluppo delle comunità energetiche ed altri punti qualificanti.
Proponiamo inoltre che in ogni territorio dove è previsto il potenziamento o la costruzione di un nuovo impianto energetico che utilizza una fonte fossile si organizzi un referendum consultivo sostenuto dalle amministrazioni locali oppure autogestito; il dibattito che si svilupperebbe chiarirebbe e rafforzerebbe le ragioni del nostro no e non potrebbe essere ignorato.
Abbiamo di fronte a noi anni di impegno per realizzare questo cambiamento, ma sarà possibile solo se ogni territorio saprà resistere e rifiuterà gli impianti che si basano sul metano, sul carbone, sul petrolio: città dopo città, territorio dopo territorio. Vi è un legame strettissimo tra percorso ed obbiettivi Nazionali e locali, non è un caso che nel ricorso al TAR per respingere il rigassificatore a Piombino si sono affiancati al Comune un Sindacato Nazionale come USB e due delle più importanti associazioni ambientaliste che operano a livello internazionale: Greenpeace e WWF! Quindi è fondamentale continuare ad agire perché a Piombino non venga il rigassificatore! La manifestazione Nazionale ha anche questo significato: ridare forza alla resistenza locale che è nata a Piombino come in tutti i territori che hanno dato vita alla rete nogas! La lotta per una vera transizione energetica , già tecnologicamente possibile oggi, durerà invece anni: chi vi si oppone sono multinazionali dotate di grandi capacità di persuasione e la maggioranza delle forze politiche Nazionali che è dalla loro parte. Ma a Piombino non abbiamo davanti anni, abbiamo poco tempo. Il nostro territorio è investito da una crisi che rischia di distruggerlo ed impedire il suo sviluppo per decenni: nei 930 ettari del SIN non partono le bonifiche; anzi, al suo interno progettano di mettere nuove discariche e impianti orientati ad accogliere rifiuti di altri distretti industriali; il porto, principale fonte di un possibile sviluppo basato su trasporti commerciali e passeggeri, il turismo, la cantieristica, ecc. e l’intera economia del mare saranno bloccate dalla presenza decennale del rigassificatore dentro il porto, delle metaniere e delle bettoline che invaderanno il nostro golfo e non solo. La sicurezza dei cittadini che abitano nelle vicinanze del porto ed i lavoratori che ne permettono il funzionamento sono messi a rischio da una nave rigassificatrice che ad una semplice analisi si capisce non potrebbe entrare nel nostro piccolo porto. Le stesse industrie Acciaierie e Magona e non solo vedono drasticamente ridotto un importante fattore competitivo se non hanno più a disposizione il porto, che passerà alla dipendenza di SNAM. Altro punto di crisi completamente ignorato è quello delle acciaierie. Tra meno di un anno scadrà la cassa integrazione ma quello che è veramente preoccupante è la mancanza di un progetto industriale condiviso dai lavoratori e dalla città! Si sta perdendo anche la laminazione delle rotaie, senz a un progetto industriale condiviso dai lavoratori e dalla città che sappia rilanciare lo stabilimento nel pieno ed assoluto rispetto dell’ambiente. Le centinaia di ettari in concessione o proprietà di JSW rischiano di essere utilizzati per progetti impattanti ambientalmente e che non generano occupazione. Come lavoratori della cultura, come lavoratori del commercio, come lavoratori dell’industria abbiamo partecipato a tutte le manifestazioni contro i rigassificatori ed il rigassificatore di Piombino; chiediamo ai Comitati e non solo di unire le nostre forze per fare uscire Piombino da questa situazione di crisi affiancando alla mobilitazione Nazionale contro il fossile una specifica vertenza del nostro territorio, chiedendo al governo Meloni ed alla Regione di attuare un piano di rinascita di cui evidenziamo alcuni primi punti: rinunciare al rigassificatore; finanziare la bonifica del SIN (non a caso abbiamo più morti per cancro, malattie, deformazioni nei nuovi nati nel nostro territorio rispetto alla media Regionale e Nazionale); rilanciare il nostro ospedale; mettersi alla guida della più grande industria del nostro territorio per garantirne lo sviluppo occupazionale e la compatibilità ambientale; completare le infrastrutture ferroviarie e stradali fino al porto. Dimostriamo che ambiente e salute si tutelano mentre si rilancia il lavoro e l’occupazione.
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