Contro questo Governo. Nel merito e con il cuore

Una riflessione post voto

di Eliana Como

L’esito delle elezioni non è una sorpresa, anche se è così brutto da prenderci all’improvviso, con il rischio di demoralizzarci o farci perdere la lucidità. Scrivo queste cose, per scongiurare questo rischio, prima di tutto a me stessa.

E’ banale dire che siamo sotto un regime, ma è banale anche dire che i governi “sono tutti uguali”.

Non credo che lunedì scorso ci siamo svegliati nel 1922. Non banalizziamo. Peraltro, questo argomento non ha pagato nemmeno in campagna elettorale; anzi, ha consolidato il consenso a FdI e ha puntato tutta l’attenzione sulla sua leader.

Non è nemmeno vero, però, che “non cambia niente” perché “sono tutti uguali” e questo Governo farà le stesse politiche antipopolari di Draghi. Le farà. Tant’è che Confindustria e i mercati finanziari non hanno fatto una piega. Ma non è vero che non cambia niente.

La realtà è sempre più complessa delle banalizzazioni. Siamo di fronte a un Governo di destra reazionaria, legittimato da un ampio voto popolare che non è aumentato in termini assoluti rispetto a 5 anni fa, ma ora ha una solida maggioranza parlamentare, in grado di durare nel tempo.

Sul piano della politica economica, penso che porterà avanti le stesse politiche antipopolari di Draghi. Sul piano dei diritti civili, del diritto all’aborto, dei respingimenti in mare, della politica repressiva, dei diritti dei migranti, della riforma Costituzionale credo che dovremmo, invece, capire il cambio di fase. Con una guerra in corso nel cuore dell’Europa, i complimenti post elezioni di Orban, Le Pen, Bolsonaro sono pericolosi.

Pensare che questo sia un Governo come un altro è altrettanto ingenuo da chi scrive che siamo sotto regime e che dobbiamo andare in Francia o sui monti.

Piuttosto, manteniamo lucidità. Prepariamoci a una opposizione sociale, sia sul fronte economico che sul piano della pace e dei diritti. Con tutte le difficoltà di mobilitazione che abbiamo, che non saranno meno di quelle che avevamo prima.

Evitiamo, anche, vi prego, un altro errore intollerabile: “lasciamoli governare”, “l’opposizione si fa sul merito”. NO. Il merito di questi signori lo conosciamo già. Così come conoscevamo il merito di Draghi e contestammo il segretario della Cgil che gli fece i complimenti quando fu nominato.

Allora, non un passo indietro. Rivendichiamo che la Cgil si prepari all’opposizione sociale a questo Governo, a partire dalla manifestazione dell’8 ottobre a Roma: sui salari, sulle pensioni,
sul caro bollette, contro la guerra, contro la crisi climatica. Ma anche per la difesa dei diritti.

Siamo orgogliosamente antifascisti/e e non possiamo che essere contro questo Governo. Nel merito e nel cuore.

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