CROLLO DEL PONTE DI ALBIANO MAGRA: L’ENNESIMO ESEMPIO DI UN SISTEMA ECONOMICO E SOCIALE SEMPRE PIU’ INSOSTENIBILE. COSTRUIAMO UN ALTERNATIVA ECOSOCIALISTA
di Sinistra Anticapitalista Massa Carrara
Stiamo vivendo un periodo difficile e cupo. La tragedia della pandemia di COVID19, diffusa ormai in tutto il mondo, sta condizionando pesantemente la vita di tutta la collettività.
Paradossalmente però, il blocco dell’attività sociale e di parte di quella produttiva decretato dalle autorità per l’emergenza Coronavirus, che ha ridotto notevolmente il traffico automobilistico sulle strade di tutta Italia, ha evitato sul nostro territorio provinciale un ulteriore dramma: nella mattinata del 8 Aprile il ponte della strada provinciale 70 che collega Albiano Magra ad Aulla è crollato totalmente.
Il bilancio delle vittime, fortunatamente, è di un ferito non grave e di uno lieve, guarda caso due lavoratori (un autista di un’impresa che fa consegne a domicilio e un dipendente TIM).
In un altro momento, visto l’alto afflusso di traffico che normalmente interessa il viadotto di Albiano, le conseguenze sarebbero state sicuramente più pesanti.
Anche questo ennesimo crollo, come quello eclatante del Ponte Morandi di Genova, che si assomma ad innumerevoli altri cedimenti e disservizi strutturali ripetuti, che hanno trovato meno spazio nella cronaca dei mass media, evidenzia lo stato disastroso di tutto ciò che è pubblico in questo paese.
L’epidemia di Coronavirus infatti ha posto in evidenza le contraddizioni delle gestione capitalistica della cosa pubblica; è chiaro ormai a tutti che l’alta mortalità e la diffusione del contagio, specialmente nelle strutture sanitarie e di intervento sociale, è sintomo dell’incapacità del servizio sanitario nazionale di reggere un emergenza di questo tipo. Un servizio sanitario che ha subito tagli economici e ridimensionamenti di personale e strutture, specialmente negli ultimi 10 anni, in un ottica di privatizzazione e aziendalizzazione del servizio, a vantaggio dei profitti della sanità a gestione privata, per altro lautamente ricompensata con soldi pubblici.
Il principio economicista è applicato però in tutti i servizi essenziali del paese e il sistema delle infrastrutture nazionale non ne è esente.
Si favorisce l’interesse privato delle aziende che gestiscono le opere, e i privati che sono subentrati nella gestione della manutenzione e del controllo, pur ricevendo lauti finanziamenti statali, hanno come un unico obbiettivo il massimo profitto possibile attraverso il maggior risparmio di risorse da utilizzare.
Per questi motivi denunciamo le dichiarazioni che vengono da personaggi politici e del mondo imprenditoriale, che, nonostante tutto, in modo spudorato continuano a riproporci sempre la “solita minestra” annunciando, populisticamente, ricostruzioni e investimenti che verrebbero chiaramente attuati sempre utilizzando il solito modus operandi della gestione neoliberista e padronale della cosa pubblica.
Vogliamo inoltre porre l’attenzione su una questione per noi non irrilevante, riteniamo infatti che autocandidarsi a commissario per la ricostruzione da parte di chi ha attivamente contribuito a creare e perpetrare la situazione sopra descritta è l’ennesima beffa nei confronti dei cittadini, delle lavoratrici e dei lavoratori, che tale situazione subiscono quotidianamente.
Come Sinistra Anticapitalista pensiamo che, per salvaguardare i bisogni della collettività, è indispensabile contrapporre a questo sistema un nuovo tipo di gestione totalmente pubblica e partecipata dove i lavoratori e i cittadini siano soggetti attivi, e che, attraverso un massiccio stanziamento di investimenti e assunzioni di personale addetto a tempo indeterminato, garantisca il rinnovamento e una manutenzione attenta delle infrastrutture utili; detto disegno deve avere quale punto di riferimento la salvaguardia dell’assetto idrogeologico del territorio che permetta di ricostruire un tessuto di interventi adatto e utile ai bisogni umani ed ecosostenibile.
Tutto questo, è possibile, secondo noi, in una prospettiva di transizione ecosocialista, democraticamente partecipata e solidale della società.
I soldi per questo tipo di investimenti e per fronteggiare la crisi sanitaria ci sono, per averne la disponibilità sono necessari:
> la cancellazione dei progetti e e la chiusura dei cantieri delle grandi opere inutili;
> un taglio drastico delle spese militari, a partire dalla cancellazione dei finanziamenti per i cacciabombardieri F35;
> una patrimoniale su grandi redditi e patrimoni che permetta di disporre subito di grandi risorse;
> la ridefinizione delle aliquote IRPEF garantendo una forte progressività proporzionale al reddito delle imposte;
> la cancellazione delle riduzioni fiscali per le imprese che tanto hanno colpito le casse dello stato negli ultimi 15 anni.