Storie dei nostri tempi

La scorse settimane alcune centinaia di operai delle ditte esterne dei cantieri di Monfalcone sono stati coinvolti dai “padroncini” dei subappalti in un’ambigua e confusa manifestazione nell’ambito delle mobilitazioni dei forconi. Le parole d’ordine di quella pantomima (che, come ci scrivono i compagni dal Friuli, segna uno dei momenti più bui della storia del movimento operaio isontino negli ultimi decenni) erano segnate dal più bieco qualunquismo interclassista e patriottardo. Naturalmente questa uscita dal cantiere è stata fatta pagare agli stessi lavoratori, che sono stati costretti dagli stessi padroncini a lavorare al sabato per recuperare le ore di produzione perse.

Fortemente inquieti per la  totale inerzia dei movimenti sindacali e dei partiti politici della sinistra di fronte a questo fenomeno, i compagni di Sinistra Anticapitalista di Monfalcone insieme ad altri compagni  con cui hanno dato vita ad un gruppo dal nome “laboratorio resistente” hanno scritto un volantino che prova a spiegare alcune semplice verità e che riteniamo utile mettere a disposizione di tutte le situazioni, che potranno prima o dopo trovarsi di fronte a casi analoghi. (red.)

RIBELLARSI È GIUSTO!

Ma quali sono gli obbiettivi?

RIDURRE LE TASSE O FARLE PAGARE A TUTTI, ANCHE AGLI EVASORI?

L’incidenza delle imposte e dei contributi di sicurezza sociale sul costo del lavoro dipendente è del 44% in Italia, del 46% in Francia, del 45% in Germania e del 30% in Inghilterra (fonte Eurostat anno 2010).

Il salario medio annuo lordo di un lavoratore dipendente italiano è di 27.419€, di un francese 35.530 €, di un tedesco 41.100 €, di un inglese 38.047 € (eurostat 2009).

In Italia quindi i salari netti sono bassi poiché le paghe sono basse non perché sono troppo tassate!

Il fatto che i servizi pubblici siano scadenti e lo diventino sempre più dipende dall’inefficienza dell’amministrazione statale ma anche dal fatto che sempre più le nostre tasse vengono impiegate per pagare gli interessi del debito pubblico che è di 2100 miliardi di euro.

Ma ogni anno le imprese e i lavoratori autonomi evadono tra i 150 e i 200 miliardi di euro, e se lo Stato incassasse questi soldi il debito potrebbe essere facilmente riportato sotto controllo, e la qualità dei servizi potrebbe migliorare.
Il vero scandalo italiano è che il reddito annuo medio dichiarato dagli architetti nel 2012 è 29.100 €, dagli albergatori 18.300 €, dai gioiellieri 17.300 €, dai negozianti di abbigliamento e calzature 6500 €, e questo solo per fare degli esempi! Ma stiamo parlando solo dei “pesci piccoli”: basti pensare alle inchieste per illeciti fiscali degli ultimi anni, che hanno coinvolto settori importanti anche della grande industria.

PRIMA GLI ITALIANI O TUTTI I LAVORATORI UNITI CONTRO I PADRONI?

Quello che sta succedendo da noi in Italia lo stanno vivendo tutti i lavoratori in Europa. Dovunque i salari vengono messi in discussione, i servizi tagliati, gli orari di lavoro effettivi aumentati. E se in Italia ci dicono o accettate o faremo la fine della Grecia, in Francia dicono ai loro che faranno la fine degli italiani, ed in Germania degli spagnoli.

La verità è che tutti i poteri forti d’Europa si sono messi d’accordo per colpire i lavoratori con le politiche d’austerità!

E mentre loro colpiscono uniti, noi lavoratori non facciamo altro che prendercela con chi sta peggio, con i lavoratori stranieri ad esempio, che vengono dall’Asia o dell’est qui da noi, ma che magari per i lavoratori tedeschi sono proprio gli emigranti italiani.

L’unica risposta efficace non più venire che da una lotta comune di tutti lavoratori d’Europa, autoctoni o migranti!

TUTTI I POLITICI A CASA O CI VUOLE UNA VERA RIVOLUZIONE?

L’indignazione verso una classe politica inetta e corrotta è giustissima e doverosa. I salari di parlamentari e amministratori sono scandalosi. Ma cambiare le persone ora elette con altre moralmente integre è sufficiente?

La dimostrazione ce l’ha data il Movimento Cinque Stelle partito più votato alle scorse elezioni, con centinaia di parlamentari e senatori alla loro prima esperienza politica… che non è riuscito ad incidere minimamente sullo sfacelo del nostro paese.

Non basta cambiare le persone, bisogna cambiare il sistema!

Ci vuole un nuovo modo di produrre nel quale i diritti dei lavoratori e la tutela dell’ambiente vengano prima dei profitti, ci vuole un nuovo sistema democratico dove le decisioni siano partecipate da tutti e tutte, con processi quanto più possibile assembleari, ci vuole una nuova società in grado di essere solidale con chi ha bisogno e che pretenda il dovuto contributo da parte di tutti i suoi membri.

Per fare questo è necessario rompere la passività e la rassegnazione, la mobilitazione non può limitarsi a chiedere meno tasse e non può essere fatta assieme a padroncini ed evasori: ci vuole una VERA RIVOLUZIONE per mettere in discussione l’intero sistema economico e politico, altrimenti per noi lavoratori non cambierà nulla!

Laboratorio resistente – Monfalcone