Basta con la retorica sulla Grande guerra. Riprendiamo le migliori tradizioni antimperialiste e antimilitariste

Si è svolto lo scorso weekend il Coordinamento nazionale di Sinistra Anticapitalista con una ampia partecipazione nazionale ed una approfondita discussione che ha affrontato tre temi:

  • un primo bilancio delle campagne politiche ed organizzative decise in novembre;
  • lo sviluppo dei rapporti e delle attività comuni con le altre forze della sinistra anticapitalista in Europa, a partire dalla Grecia e dalla Francia;
  • la situazione politica e sociale in Europa e in Italia con uno specifico riferimento anche alle prossime elezioni europee.

Il Coordinamento prendendo atto dello sviluppo positivo della campagna di sottoscrizione in corso ha approvato una mozione politica complessiva e un ordine del giorno tematico sul centenario della prima guerra mondiale su cui è stata decisa una specifica campagna.

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Ordine del giorno sul centenario della “Grande Guerra”

Il 2014 è iniziato con un’orgia di celebrazioni retoriche della “Grande Guerra” di cui ricade il centenario. L’obiettivo è impedire ogni spiegazione materialista di quell’evento che ha iniziato un “secolo lungo” di guerre, un secolo che non accenna a chiudersi.

La prima guerra mondiale, preceduta da alcuni gravi conflitti che la preannunciavano e che vedeva apparire tecniche di distruzione di massa prima mai sperimentate sul campo (dall’uso dell’aviazione all’uso dei gas), ha rappresentato un orrore senza precedente nel nostro continente, orrore che era stato però ben conosciuto dai popoli sottoposti all’aggressione ed oppressione coloniale e che si è poi riprodotto e moltiplicato infinite volte nella Seconda Guerra Mondiale e in tutte le guerre cosiddette locali che l’hanno preceduta e seguita.

La campagna rievocativa borghese mira a impedire che quegli orrori siano ricollegati alla normalità del funzionamento del capitalismo, che ha bisogno della corsa agli armamenti, per usarli poi nella conquista di mercati e nella distruzione o ridimensionamento di avversari e concorrenti, con un bilancio di milioni di morti anche civili che non è un sottoprodotto marginale ma uno degli strumenti e degli scopi.

Ugualmente necessario ricostruire il ruolo dell’informazione distorta, che serve a nascondere le cause vere dei conflitti. In particolare in Italia è necessario opporsi alla ripresa di un patriottismo artificiale e menzognero che si alimenta di miti assurdi sui nostri “bravi ragazzi” (a partire dai “due marò”, a cui si vorrebbe garantire l’impunità come ai loro predecessori nelle barbariche spedizioni coloniali) e nasconde le imprese imperialiste in cui sono utilizzati, mentre dimentica quei milioni di contadini e operai che furono mandati inconsapevoli alla morte per garantire profitti agli industriali e “gloria” alla casta militare, in una guerra il cui obiettivo era una nuova spartizione imperialista del mondo extraeuropeo. Ma è anche necessario impedire una lettura sciovinista che attribuisce a un singolo paese imperialista una responsabilità maggiore di altri, mentre in realtà furono più o meno equamente distribuite.

Così come è necessario ricostruire il percorso storico che in quell’agosto del 1914 segnò il fallimento storico della seconda internazionale e dei suoi partiti che, dopo aver proclamato per anni che di fronte alla minaccia di guerra avrebbero chiamato le classi lavoratrici allo sciopero generale per fermarla, votarono i crediti che la finanziava, collaborando al massacro di milioni di proletari.

Per questo i circoli di Sinistra Anticapitalista si impegnano a considerare un compito non secondario quello di rispondere puntualmente alla propaganda borghese e di riprendere le migliori tradizioni internazionaliste e antimilitariste espresse in primo luogo dalla splendida figura di Rosa Luxemburg e da Lenin e Trotsky e di ricordare che l’unica classe lavoratrice che seppe opporsi concretamente nel 1917 al grande e inutile massacro fu il proletariato russo, per merito della lucidità del partito bolscevico che lavorò per trasformare la guerra imperialista in rivoluzione proletaria, e che solo grazie ad esso fu possibile svelare ai popoli i trattati segreti (dal Patto di Londra al trattato Sykes Picot) che avevano fissato gli obiettivi della guerra.

Sinistra anticapitalista, di fronte alla crisi economica e sociale che percuote l’Europa, alla vera e propria guerra sociale che la borghesia ha scatenato contro la classe operaia con le politiche dell’austerità, al risorgere di pericolosissimi movimenti fascisti e nazionalisti, rinnova il suo impegno internazionalista, rifiutando ogni illusorio ripiegamento nazionale, difendendo invece, all’interno di una prospettiva strategica socialista, la necessità della solidarietà e dell’unità delle lotte delle classi lavoratrici del continente contro i loro comuni nemici, le classi dominanti europee e i loro governi.

Il coordinamento nazionale di Sinistra Anticapitalista