Una vendetta di classe

Comunicato della Direzione nazionale di Sinistra Anticapitalista

La sentenza che condanna Mimmo Lucano a 13 anni di carcere lascia quasi increduli, come se si trattasse di un incubo notturno da cui risvegliarsi quanto prima; purtroppo invece è la realtà, la realtà di una giustizia di classe, anzi di una ignobile vendetta di classe contro una persona perbene che alle ingiustizie di un mondo ingiusto e al calvario dei migranti ha risposto costruendo la solidarietà, l’accoglienza, un futuro di lavoro e di vita civile per coloro che fuggono guerre e miserie e per i suoi concittadini.

E’ una storia cominciata qualche anno fa (ai tempi di Minniti e Salvini) volta a distruggere una esperienza positiva e di riferimento in tutto il paese, una storia torbida le cui finalità politiche e gli interessi che la muovevano erano fin troppo chiare già dell’inizio e che oggi si sono espresse fine in fondo in questa condanna di primo grado.

Come in un mondo alla rovescia chi pratica la solidarietà e il sostegno verso i più deboli diventa un pericoloso delinquente; è il messaggio che corre ormai in tante parti di Europa e in particolare lungo le frontiere, tante aperte ad ogni movimento dei capitali ed alla speculazione industriale e finanziaria quanto ostili ai migranti e al loro diritto alla vita.

Per questo oggi sono tanti i potenti, gli affaristi locali nazionali e ogni sorta di conventicola, che gioiscono di fronte alla condanna di Mimmo, e che cercano di trarne vantaggio per confermare i loro discutibili interessi economici e politici.

E’ una sentenza che arriva inoltre nel momento giusto anche per distogliere l’attenzione dai guai in cui è finito il famoso “capitano” della Lega, nemico giurato dei migranti e dell’ex sindaco di Riace, ma soprattutto a pochi giorni dalle elezioni regionali.

Nella speranza che il giudizio di appello (siamo davvero curiosi di vedere quali siano le motivazioni del primo grado di giudizio) restituisca presto onore e giustizia a una persona degna come Mimmo Lucano, gli esprimiamo la nostra piena solidarietà, auspicando che si crei un forte movimento in suo sostegno, una vera e propria ribellione di fronte a una sentenza così volgarmente ingiusta.

E’ questa la garanzia decisiva e la strada per riuscire ad affermare, in questa amara vicenda, ma più in generale in tutto il paese nel duro scontro di classe che contrappone le classi lavoratrici autoctone e migranti al violento attacco del padronato e del governo, una autentica giustizia sociale e civile e il pieno rispetto dei diritti umani.

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