Chiudere i parchi pubblici? Chiudete le produzioni non essenziali!
di Fabrizio Burattini
Dopo lungo meditare il governo ha partorito l’ultimo topolino. Nella giornata di ieri, il ministro della salute, di fronte alla drammatica impennata dei contagi e dei decessi, in particolare in Lombardia, ha emanato una sua ordinanza che chiude i parchi pubblici e tutti gli esercizi pubblici, vieta ogni attività ludica se non nel marciapiede sotto casa, e impedisce l’uso nei weekend delle “seconde case” (per quei fortunati che le posseggono).
Nel frattempo, come se tutto ciò non avesse alcuna attinenza con la diffusione del virus, si lascia che milioni di persone debbano ancora spostarsi quotidianamente, nei soliti orari di punta, affollando i mezzi pubblici per recarsi al lavoro in fabbriche ed uffici.
Il “bello” di tutto ciò è che a protestare contro ciò siano, da un lato, migliaia di lavoratrici e di lavoratori che in tante aziende del paese hanno scioperato e stanno ancora scioperando, i sindacati di base e tante Rsu, la parte conflittuale della Cgil e, dall’altro, i presidenti (di destra) delle regioni del Nord e tutta la destra politica.
Un topolino invece quello partorito da un governo che all’opinione pubblica appare e viene fatto apparire come un “governo di sinistra”, un governo che, invece di ascoltare le voci che vengono dagli scioperi, ascolta e condivide le preoccupazioni di Confindustria e, ancora una volta, non affronta il nodo della chiusura dei posti di lavoro non essenziali. Con il costo in vite umane che vediamo ogni giorno nei bollettini sanitari. E assumendosi anche la responsabilità di far apparire Salvini come quello che ha a cuore le sorti delle lavoratrici e dei lavoratori, quando dichiara che è necessario chiudere tutto quanto non essenziale.
Va invece sollevato ogni velo di ipocrisia, infatti se il governo Conte obbedisce alle richieste di Confindustria, Salvini, sempre in queste ore, da parte sua offre a Confindustria la proposta della Flat Tax per le imprese. Niente tasse e niente patrimoniale per il capitale, con la conseguenza di un ulteriore smantellamento della sanità pubblica e universalista e di tutti gli altri servizi pubblici.
Alla luce dell’apertura dell’Unione europea per nuove iniezioni di liquidità, centrodestra e centrosinistra dimostrano in questo modo di avere già chiaro a chi vogliono destinarla.