Torino – Salviamo il paesaggio

di Adriano Alessandria

Il convegno di Salviamo il paesaggio aggiunge strumenti nella cassetta degli attrezzi delle\dei attiviste\i ambientali
Il convegno svolto a Torino il 24 Gennaio da “Salviamo il paesaggio” forum nato nel 2011, è stato indubbiamente utile strumento per chi prova a contrastare la distruzione di territorio dallo straripare di cementificazione non giustificata da alcuna necessità.
Lo certificano i tanti dati relativi al Piemonte riportati da attivisti di comitati territoriali. Si fa emergere che continua la costruzione di immobili e infrastrutture a fronte del calo demografico: in Italia le nuove aree interessate da costruzioni sono in percentuale doppia che in Europa. In questa folle corsa alla cementificazione, il Piemonte primeggia:+ 24%negli ultimi 10 anni.
Mentre restiamo sempre impressionati nel vedere la velocità con cui si estende l’area fabbricata intorno ai centri abitati e lungo i collegamenti stradali, un dato deve sollevare il nostro sdegno: in Italia ci sono 6.000.000 di immobili inutilizzati.
Si denuncia la progressiva distruzione di terreno fertile, spesso sacrificato all’ ”ideologia del centro commerciale”, mantra salvifico per offrire benessere ai cittadini.
Quindi la necessità di optare per il recupero in luogo di nuove costruzioni, si estrinseca nella campagna verso le amministrazioni locali per un censimento sul patrimonio.
E’ stata denunciata la pratica quotidiana delle amministrazioni locali per dare via libera alla rendita fondiaria, a scapito del benessere dei cittadini, delle varianti ai piani regolatori. Gli attivisti e le attiviste dei comitati territoriali che hanno preso la parola, hanno denunciato il via libera delle amministrazioni a nuove costruzioni in spregio delle normative in vigore.
Tutti questi malaffari locali, hanno una causa ben precisa: la legge di stabilità e il pareggio di bilancio imposto … per via costituzionale.
Merita una menzione particolare la comunicazione al convegno fatta dal rappresentante del comitato “Cavallerizza Reale” che ha utilizzato l’esempio concreto della privatizzazione di un monumento storico , la Cavallerizza Reale,(patrimonio dell’umanità secondo l’UNESCO) unitamente alla costruzione del parcheggio pertinenziale sotterraneo negli adiacenti Giardini reali bassi, per disvelare il trucco delle cartolarizzazioni del governo Berlusconi.
Nella realtà, le cartolarizzazioni permettono la svendita a società private di patrimonio pubblico con la scusa di fare cassa a favore del comune. Al comune invece restano … gli interessi da pagare all’istituto bancario, che a Torino, manco a farlo apposta si chiama San Paolo. E’ la finanza creativa di Giulio Tremonti.
La legge di stabilità che costringe le amministrazioni comunali a “vendere territorio” per pareggiare i bilanci, è vista nella sua dimensione europea, imposta dall’ Unione europea e dalla BCE (costituita da banche private, tra le quali la Banca d’Italia al 100% privata).
In questo passaggio, un disappunto con Paolo Maddalena (vicepresidente emerito della Corte Costituzionale). Nelle conclusioni del convegno, fa risalire le politiche dell’UE alla “finanza” e contemporaneamente si accenna alla massoneria, quasi si trattasse di un demone. E’ invece necessario per comprendere la natura e gli obiettivi dei provvedimenti, individuare non la “finanza” ma i capitalisti, la classe dominante, la grande borghesia nella sua interezza che impone quelle politiche per sostenere i propri profitti nella acuta crisi economica che il modo di produzione capitalistico sta attraversando.
Da segnalare l’intervento del sindaco di Tronzano (Vercelli), che assieme alla sua amministrazione, contro forti pressioni, non cede al guadagno immediato dell’allargamento delle cave o dal loro utilizzo per stoccaggio di scorie e rifiuti altamente tossici. In futuro sarebbe stato rovinoso per l’ambiente e per il bilancio economico. E’ così riportata un’esperienza in corso che dimostra possibile mantenere servizi ai cittadini, difendere il territorio, avere i conti economici in pareggio (a fronte dei pesanti tagli dello Stato ai Comuni), se si adottano politiche in controtendenza a quello che si vorrebbe ovvio.
I propositi di fermare la devastazione del paesaggio, ovvero, la configurazione del territorio, a sua volta composto dal suolo e dal sottosuolo, appaiono come una petizione di principio se affidati a far rispettare la Costituzione e le leggi e disposizioni di tutela ambientale. La Costituzione e le leggi che pongono vincoli per il rispetto dell’interesse sociale, sono o saranno modificate e rimosse dal governo che avanza nei suoi devastanti provvedimenti senza incontrare molta opposizione.
A questo proposito è stata denunciato lo Sblocca Italia, il via libera alle scorribande della speculazione finanziaria.
Le stesse proposte di legge di tutela ambientale non avranno molta fortuna quando arriveranno in assise legislative ridotte a deputati e senatori al servizio delle lobby industriali e finanziarie.
Si fa appello ai cittadini per l’impegno diretto sul territorio. Alla prova dei fatti, è difficile un ampio coinvolgimento dell’opinione pubblica e dei cittadini tale da mutare i rapporti di forza per contrastare “le mani sulla città” di capitalisti e amministrazioni colluse.
Trovare strumenti e forme di resistenza efficaci è un problema non solo dei comitati in difesa del territorio, ma di tutti. Vale per le lotte di resistenza ambientali come per quelle sindacali.
E’ innanzitutto utile fare analisi e far conoscere quello che avviene. Serve far incontrare e divulgare esperienze in essere di cittadini che si impegnano e provano a costruire organizzazione e iniziativa. E questo il convegno lo ha fatto.
Costruire resistenze alla devastazione, avanzare proposte alternative per un altro mondo possibile e necessario, collegare le lotte per dare loro la necessaria forza è il compito di tutti e di tutte.

Torino, 25 Gennaio 2015