26 novembre, un anno senza Roberto
Un anno fa ci ha lasciato Roberto Rossetti. Il compagno e l‘amico Roberto.
Molti di coloro che leggono l’hanno conosciuto, ci hanno militato, l’hanno amato, ci si sono divertiti, ci hanno discusso, ci hanno lavorato, ci hanno riso, ci hanno fatto molte cose. Per tutti e tutte coloro che hanno attraversato e incrociato la sua vita si è trattato di una straordinaria vicenda politica e umana indimenticabile.
Fino dalla sua militanza giovanile nel quartiere di San Lorenzo, nella seconda metà degli anni ’70, in cui costruiva il Collettivo di movimento coinvolgendo molte decine di giovani controcorrente (come sempre), anche nel critico periodo del “riflusso”. Da quando, in condizioni difficili, con l’impegno e la dedizione che conosciamo, ha ricostruito la Federazione romana della sezione della Quarta Internazionale (prima GCR poi LCR), a quando ha costruito con grande passione la sua organizzazione giovanile, l’OGR, alla quale molti e molte di noi devono ancora il proprio attuale impegno di militanza.
Da quando abbiamo attraversato insieme a tanti altri/e la comune militanza in DP e poi in Rifondazione, dove ha rivestito importanti ruoli di direzione e di costruzione del Partito e della sua corrente di sinistra. In tutte queste esperienze Roberto ha messo straordinaria forza e dolcezza, un grande spirito di inclusività ed una capacità di costruire relazioni umane, prima che politiche, che ce ne fanno avvertire una assenza incolmabile. Con lui abbiamo percepito il significato più autentico del sentirsi compagno/a attraverso una condivisione comune di esperienze, bisogni, desideri, immaginario che hanno riempito i nostri giorni, rendendo leggere e lievi le fatiche di una militanza e di un impegno controcorrente.
Roberto ci ha insegnato molte cose, anche perché era capace di apprenderne – con grande umiltà – da molti, sempre accompagnato da quel suo sorriso che per tutti/e resta il suo tratto di immagine che tutti/e comunemente ricordano. Ma Roberto era un combattente, un lottatore che ha anche attraversato sofferenze nella sua (e nostra) vicenda politica. La fine di Rifondazione, che Roberto ha affrontato da assessore alla scuola del III Municipio di Roma, è stato uno di quei momenti. La nascita di Sinistra Critica e la inevitabile e giusta lacerazione con il PRC, è stata affrontata con un misto fra la necessità politica della scelta e il dolore di un percorso che separava storie e rapporti.
Analogamente, le successive vicende di sinistra Critica che hanno portato alla nascita di Sinistra Anticapitalista sono state vissute da Roberto come una dura necessità, combinata con lo stupore e la sorpresa di una separazione che, come molti/e di noi, considerava evitabile e negativa. Tuttavia, nell’ultimo anno di vita, Roberto ha dedicato tutte le sue energie alla costruzione della nostra organizzazione. Sempre con il suo spirito inclusivo, con le sue grandi capacità creative e comunicative, con la sua rassicurante capacità organizzative, fino all’ultimo ha lavorato per la ricostruzione di un’organizzazione che lavorasse per la ricomposizione anticapitalista, di un’organizzazione rivoluzionaria, cosciente, di un collettivo militante su base nazionale che nelle avversità della situazione prefigurasse un percorso di alternativa rivoluzionaria nel nostro paese.
In questo anno che ci ha separato da Roberto abbiamo cercato di proseguire con lo stesso suo spirito. Ce lo aveva indicato, ce lo aveva quasi tracciato materialmente. E noi lo abbiamo fatto, come ci aveva fatto promettere.
In questo anno Roberto ci è mancato molto. E continuerà a mancarci. Abbiamo costruito il collettivo, abbiamo strutturato una forma di organizzazione aperta e sensibile agli stimoli che ci giungono dall’esterno, abbiamo costruito uno strumento utile alla organizzazione della resistenza sociale, alla lotta di classe. Roberto sarebbe soddisfatto ma sarebbe anche critico. Ci vorrebbe più incisivi, più attrattivi, con maggiore capacità di coinvolgimento. Lo sappiamo. Perseguiremo questi obiettivi con lui e assieme a lui.
Tante volte molti/e compagni/e in questi mesi hanno pensato, durante una riunione, una manifestazione, di fronte ad una scelta, ad un dubbio, “cosa avrebbe pensato Roberto?”. Non abbiamo la risposta (almeno per tutto), ma sappiamo che il percorso che abbiamo intrapreso, le cose che stiamo facendo, con tutti i suoi limiti, va nella direzione che lui aveva indicato.
Un anno fa, abbiamo intitolato il manifesto che lo ricordava “Sempre e per sempre dalla stessa parte”. Noi, Roberto, caro amico e compagno, continuiamo ad essere – come te – sempre dalla stessa parte. Dalla parte degli oppressi e degli sfruttati, dalla parte di chi lotta per una società giusta, liberata dallo sfruttamento, dalle guerre, dalla precarietà, dall’ingiustizia.
Sempre dalla tua stessa parte.
Le compagne e i compagni di Sinistra Anticapitalista