Sulle elezioni emiliano-romagnole e calabresi

Comunicato

Nei mesi scorsi, sia il presidente dell’Emilia Romagna Errani (PD), sia quello calabrese, l’alfaniano Scopelliti, si sono dimessi perché coinvolti, tanto per cambiare, in inchieste giudiziarie. Dunque, nelle due regioni l’elezione dei nuovi consigli e dei nuovi presidenti sarà anticipata rispetto alla scadenza “fisiologica” della primavera 2015.

Giuseppe Scopelliti è stato condannato a 6 anni di reclusione per aver truccato i bilanci del comune di Reggio, di cui è stato sindaco; Vasco Errani, potente “bersaniano”, da 15 anni presidente, più “modestamente”, ha avuto solo un anno di condanna per aver protetto il fratello imputato di truffa.

In ogni caso anche queste regioni, come già tante altre, vengono coinvolte in oscure vicende giudiziarie, diffondendo nell’opinione pubblica un disgusto per tutto ciò che sa di politica.

La data del voto (e di conseguenza tutte le relative scadenze preparatorie) non è stata fissata, anche a causa delle divisioni all’interno dei partiti maggiori per l’individuazione dei candidati. Ma l’importanza della scadenza è già evidente da tempo.

Questa scadenza sarà molto significativa anche per chi, a sinistra del PD, cerca di costruire una soggettività politica alternativa al “partito unico” dell’austerità.

Dopo il successo di Renzi, e la sempre maggiore evidenza della tendenza autoritaria e liberista della sua politica, e dopo il relativo successo della Lista Tsipras, quello che resta della sinistra “radicale” sarà dunque messo alla prova di queste due importanti elezioni.

Certamente, il banco di prova più rilevante sarà quello emiliano-romagnolo, sia per il grande peso politico-economico di quella regione, sia perché là ad entrare in crisi è stato il solidissimo sistema di potere ininterrotto e pluridecennale della “sinistra moderata”.

La scelta operata con la Lista Tsipras al momento delle europee non è evidentemente replicabile in un quadro regionale, ma la questione che si pone è il se, il quanto e il come la sinistra radicale (e in particolare il PRC e quanto resta di SEL dopo le scissioni filorenziane) riuscirà ad essere indipendente, alternativa e antagonista rispetto al PD e alla sua politica.

E se anche sarà fatta la scelta di un’ancor più ampia coalizione che sappia comprendere, a partire naturalmente dalla nostra organizzazione e dalle forze che compongono Ross@, tutte e tutti coloro che a sinistra si battono contro le politiche dell’austerità e contro chi la gestisce.

Nelle europee la scelta di una lista indipendente è stata più facile. Certo, perché sollecitata da Tsipras, ma anche, soprattutto per SEL, perché obbligata dal sistema elettorale proporzionale e, comunque, dalla indisponibilità del PD a qualunque alleanza a sinistra.

Questa situazione non si riproduce affatto a livello regionale, tanto meno in Emilia Romagna, dove da sempre (e in particolare nel quindicennio di Errani) il PRC e, naturalmente, SEL sono stati al governo della regione e dei più importanti comuni in alleanza con il PD.

Proprio per questo un’auspicabile lista a sinistra del PD per Sinistra Anticapitalista non può basarsi sulle ambiguità che pure hanno attraversato la lista europea. Occorre che si chiarisca se la lista è pienamente indipendente dal PD e dal suo sistema di potere regionale. La scelta di una seria presentazione autonoma non può non prevedere un severo giudizio critico e autocritico sui decenni di collaborazione con la sinistra moderata.

La scelta, infatti, non può giustificarsi solo con la pur comprensibile necessità di prenderne le distanze dopo le vicende giudiziarie degli ex-presidenti, né con l’immagine particolarmente respingente per l’elettorato di sinistra del PD “renziano”. Deve essere una scelta di fondo, da praticare in Emilia-Romagna e in Calabria, in previsione di praticarla in tutte le altre regioni chiamate al voto nella prossima primavera.

Restare nell’ambiguità e non adottare una netta e programmatica posizione antagonista nei confronti del PD (o, peggio ancora, cercare di contrattare un’alleanza con il PD, come è intenzionata a fare ampia parte di SEL), rischia di compromettere tutti quei dati positivi che, al di là delle ambiguità già menzionate, hanno caratterizzato l’esperienza della lista europea.

E’ solo in un quadro di chiara e programmatica alternatività al PD e di rottura prima e dopo le elezioni con il quadro delle alleanze con la sinistra socialiberista che Sinistra Anticapitalista parteciperà e sosterrà tale lista.

Facciamo dunque appello a tutte le forze sociali e politiche emiliane e calabresi che ritengono giusta e necessaria questa impostazione ad operare per creare la indispensabile unità d’azione e rendere così possibile questa impostazione, basandosi su tre assi essenziali:

  1. un programma politico di difesa intransigente delle classi lavoratrici, dei movimenti sociali e di netto rifiuto delle politiche di austerità;
  2. un accordo convinto ed unitario di reciproco riconoscimento tra tutte le forze e gruppi che vogliono costruire questa lista;
  3. un percorso democratico dal basso che sappia coinvolgere vasti settori sociali e molti protagonisti dei movimenti, se pure parziali, oggi in corso, nella definizione del programma, nella costruzione delle candidature e nella individuazione delle modalità di conduzione della campagna.

Sinistra Anticapitalista Nazionale
Sinistra Anticapitalista – Circoli dell’Emilia Romagna e della Calabria