Milano: le mobilitazioni nella logistica

Riceviamo un contributo sulle mobilitazioni nella logistica in particolare a Milano e pubblichiamo. 

di Davide, del collettivo La Sciloria

Fare un quadro della mobilitazione nella logistica all’oggi, non è semplice perché ci sono tante situazioni in continuo fermento. Ma credo che in ogni caso bisogna partire dal 2008, quando Il 23 dicembre dopo un’anno di scioperi la Bennet si piega e le cooperative accettano la piattaforma rivendicativa. Da li parte il ciclo di lotte nella logistica, anche se in verità le prime vertenze dopo la Bennet sono state tutte perdenti ( Gls di cerro al Lambro, Dhl di corteolona, Billa di lachiarella): in tutte queste vertenze la polizia ha represso gli scioperi facendo arretrare la lotta mentre la nostra esperienza e preparazione non era all’altezza dello scontro. Ma in tutte le lotte conta il modo in cui si perde, infatti, il passaparola tra i migranti (che sono la parte numericamente preponderante tra i lavoratori della logistica) che esiste un sindacato a difesa dei lavoratori, non si è fatto attendere. Praticamente nel giro di pochi mesi ( siamo già nel 2010) il Si Cobas entra a livello milanese in circa 140/150 cooperative, conquistando la forza tra i lavoratori e con una serie di scioperi si impongono accordi contro le committenti. L’arma vincente e’ sempre la solidarietà di classe: lavoratori di altre logistiche e altre finte cooperative, vanno a sostenere, concretamente i picchetti e gli scioperi dei propri compagni. Si arriva al 2011 con la vertenza Esselunga, la repressione e’ stata enorme e i lavoratori si sono fatti dividere: nella sostanza la vertenza si chiude con una sconfitta dal punto di vista economico, ma non altrettanto da quello politico. Come detto prima si può anche perdere, ma conta il come. E anche in questo caso la sconfitta apre nuove lotte. Non solo a Milano, le lotte si espandono a Piacenza, poi a Bologna, in tutta l’Emilia e in tutta Italia. Questa e’ una sintesi molto stringata ma obbligatoria per capire come le lotte sono partite. La situazione odierna a livello milanese, vede da una parte il continuo fermento a livello vertenziale, dall’altra il venire meno del coordinamento delle realtà che ha sostenuto negli anni questo percorso. Questo impedisce l’emergere dell’aspetto più politico. La presenza nella logistica e’ capillare e ricopre tanti magazzini su un territorio vastissimo: altro scoglio da superare su una città come Milano per sfruttare tutte le forze disponibili. La presenza del Si Cobas è consistente sia nelle situazioni dei grandi corrieri, sia della grande distribuzione e ricopre veramente tutti i territori a livello metropolitano. Per capire meglio vi porto l’esempio della Bartolini che viene applicato anche nel resto delle logistiche. ( a Milano siamo presenti a Sedriano, Certosa e Bovisa) Bartolini: Dopo i 2 scioperi nazionali la Bartolini, nella quale il sindacato e presente in maniera maggioritaria a livello nazionale, ha deciso di trattare la piattaforma nazionale superando così anche il ruolo stesso della cooperativa. I punti centrali sono: l’applicazione al 100% del ccnl e di tutti gli istituti, pagamento dei primi 3 giorni di malattia, passaggio di livello per tutti, introduzione del ticket mensa, e aumenti salariali. Poi c’è un’altra parte non meno importante dell’organizzazione del lavoro che però tralascio in questa sede. Nella sostanza un facchino della Bartolini che lavora solo di giorno facendo le 8 ore, prima prendeva 1000/1100 euro oggi ne prende 1500/1600. La cosa che però ci tengo a sottolineare maggiormente e’ la conquista della dignità. Perché i facchini stanno imponendo questo nei magazzini. Prima che entrassimo alla Bartolini, Dhl, Sda e in tutti i magazzini i lavoratori erano trattati come animali, insultati e umiliati. Oggi i capi non si permettono più ad alzare la voce, chi ci ha provato in alcune situazioni e’ stato allontanato dalla comittente dietro minaccia di sciopero. Le situazioni aperte oggi sono la Frigoscandia e la Carrefour di pieve Emanuele nel quale un cambio di cooperativa, in accordo con i confederali, ha lasciato fuori un po’ di facchini. Anche qui c’è da notare come questo sia avvenuto dove il sindacato non era presente nel magazzino. Solo dopo il licenziamento i lavoratori si sono iscritti. Questo e’ un quadro sintetico e confuso per forza di cose, della situazione odierna su cui continueremo a fare informazione nel prossimo periodo. Adesso si sta cercando di rilanciare il coordinamento a livello Milanese e a questo scopo faremo una riunione il 10 maggio. L’obiettivo è il lancio di un’assemblea che provi a coinvolgere non solo la logistica ma anche altre istanze e realtà.