Economia, le coordinate della crisi in arrivo

di Michel Husson, da Alencontre, traduzione di Gigi Viglino

Copertina Materiali Sinistra Anticapitalista - 1-01

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Mentre la zona euro abbozza una fase di ripresa molto moderata, si moltiplicano i pronostici allarmisti sulla traiettoria generale dell’economia mondiale: «La crescita cinese rallenta, l’economia mondiale soffre» è, ad esempio, il titolo di Le Monde del 20 ottobre 2015. Christine Lagarde elenca «le ragioni per essere inquieti sul fronte economico», e Jacques Attali annuncia che «il mondo si avvicina a una grande catastrofe economica».

Cominciamo con un breve panorama della congiuntura: la crescita mondiale rallenta, principalmente nei paesi emergenti tranne l’India. Tale tendenza si alimenta con la diminuzione del prezzo delle materie prime e si trasmette ai paesi avanzati. Anche il commercio internazionale rallenta, allo stesso ritmo del PIL mondiale, come se la mondializzazione produttiva avesse raggiunto un tetto. La zona euro registra una ripresa timidissima e disuguale. Gli Stati Uniti e il Regno Unito se la cavano meglio, ma la crescita tende a rallentare in un caso e appare artificiale nell’altro.

Dal lato della «sfera finanziaria», il quantitative easing (alleggerimento quantitativo) alimenta bolle di attivi [finanziari] più che l’investimento produttivo, che stagna. E la sola prospettiva – finora respinta – di un aumento dei tassi della Fed (la banca centrale degli Stati Uniti) grava come una spada di Damocle sufficiente per destabilizzare le monete e i mercati finanziari di molti paesi. In breve, «l’incertezza e forze complesse pesano sulla crescita mondiale», per riprendere la formula del FMI nelle sue ultime prospettive .

Da questo quadro a puntini, si possono estrarre le tre caratteristiche essenziali della congiuntura:

  • la persistenza degli «strascichi della crisi finanziaria mondiale»;
  • le perturbazioni dell’economia mondiale;
  • la prospettiva di una «stagnazione secolare».

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