31 maggio: In piazza contro la repressione, contro il riarmo e per la fine del genocidio in Palestina

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Il governo Meloni ha trasformato il disegno di legge “paura”, già denunciato dai movimenti sociali nella manifestazione nazionale del 14 dicembre scorso, in un decreto legge, che oggi sta per essere convertito in legge dal Parlamento. Si tratta di una normativa che combina repressione politica, controllo sociale, populismo penale, proibizionismo, cultura patriarcale, classismo e razzismo, introducendo 23 nuovi reati tra cui quelli contro i movimenti per il diritto alla casa (l’occupazione è punita da 2 a 7 anni), contro i movimenti ambientalisti (aggravante della minaccia a pubblico ufficiale se compiuta con l’intento di impedire la realizzazione di un’infrastruttura), contro l’occupazione stradale o di binari ferroviari (da 6 mesi a 2 anni di reclusione), contro le rivolte in carcere (da 1 a 5 anni), elimina il rinvio della pena per le detenute madri di figli minori di tre anni, proibisce la commercializzazione di cannabis light, vieta la vendita di schede telefoniche a chi non ha un permesso di soggiorno.

E’ una vera e propria guerra interna scatenata dal governo postfascista contro la classe lavoratrice, i movimenti sociali, i giovani e le giovani, gli ambientalisti, le donne, i migranti, che corrisponde alla pericolosa ondata militarista dell’Unione Europea e al silenzio assordante con cui nei fatti i governi europei stanno legittimando l’orrendo genocidio compiuto da Israele contro il popolo palestinese. La stretta repressiva colpisce già oggi chi lotta per il salario e i diritti, fino a vietare di parlare dei referendum dell’8 e 9 giugno nella pubblica amministrazione, chi espone bandiere della Palestina o striscioni antifascisti e viene identificato dalla polizia, chi occupa case, scuole e università, chi mette in atto proteste contro la catastrofe climatica e ambientale, chi organizza picchetti durante gli scioperi, chi insegna la libertà di pensiero e di critica nelle scuole e nelle università. Questo decreto è un ulteriore strumento liberticida nelle mani della classe dominante e delle forze politiche della destra al governo. Siamo già in un clima di preparazione alle guerre, in cui siamo precipitati per le contraddizioni tra gli imperialismi, per gli interessi dei grandi gruppi industriali e militari. Una guerra che pagano i popoli, quelli dell’Ucraina e della Palestina, ma anche le classi lavoratrici e tutti coloro che si oppongono al capitalismo e all’imperialismo, che i capitalisti vogliono ridurre al silenzio e all’impotenza.

Il governo ha tempo fino al 6 giugno per convertire il decreto “paura” in legge. Va fermato con una forte mobilitazione popolare antifascista! Scendiamo in piazza tutte e tutti

Sabato 31 maggio

Manifestazione a Roma contro il decreto “paura”

Verso la manifestazione nazionale Stop Rearm Europe di sabato 21 giugno