Trionfo di Trump, vittoria della brutalità capitalista e dell’estrema destra
La maggioranza degli elettori ha scelto la brutalità di un bianco reazionario, razzista e misogino, un capitalista scettico sul clima il cui osceno slogan elettorale “Drill, baby, drill” (trapana, mio caro, trapana) riassume la sua caricatura e fa ripiombare i suoi elettori nel fantasma di un’America onnipotente [NPA-L’Anticapitaliste]
Dopo settimane di minacce di insurrezione armata in caso di sconfitta, questa volta Trump non può certo sostenere che i democratici hanno truccato le elezioni. Ha vinto, e ha vinto anche nei numeri assoluti. Gli elettori gli hanno dato quasi 72 milioni di voti contro gli oltre 66 milioni di Kamala Harris.[1] Era previsto, anche se si poteva sperare ancora che Trump non vincesse… Ma è stato vero il contrario: i repubblicani hanno addirittura conquistato la maggioranza al Senato.
La maggioranza degli elettori ha quindi scelto la brutalità di un bianco reazionario, razzista e misogino, un capitalista scettico sul clima il cui osceno slogan elettorale “Drill, baby, drill” (trapana, mio caro, trapana) riassume la sua caricatura e fa ripiombare i suoi elettori nel fantasma di un’America onnipotente. Ma in America, come in Europa, il sistema economico senza via d’uscita della corsa al profitto e del suo ordine sociale ineguale, generano un ripiegamento su un passato fantasticato e la promessa di un futuro radioso senza cambiare nulla… se non sfruttare, violare, discriminare e inquinare sempre di più.
Mentre i democratici, in particolare Kamala Harris, sono stati giustamente contestati dagli attivisti palestinesi per il loro sostegno a Israele e la loro complicità nel genocidio in Palestina, è stato più in generale il bilancio socio-economico di Joe Biden a essere punito, poiché la disuguaglianza non è mai stata così alta negli Stati Uniti. Nonostante le forze di sinistra non si facessero illusioni sul voto a Kamala Harris e sulle politiche capitaliste liberali che rappresenta, la prevenzione del ritorno dell’estrema destra al potere è stata al centro delle preoccupazioni, come ha affermato Angela Davis: “Lo dico con molta esitazione. Ma penso che in questa fase dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per impedire l’elezione di Donald Trump. Per evitare l’ascesa del fascismo negli Stati Uniti”.
L’elezione di Trump riflette il mondo in guerra in cui ci sta trascinando il capitalismo e in cui l’estrema destra sta acquisendo sempre più potere. Questa elezione riflette l’arretramento del dibattito pubblico a favore della violenza politica, delle fake news e degli anatemi; riflette la brutalità delle relazioni sociali e il metodo politico utilizzato dall’estrema destra. Preannuncia l’intensificarsi delle guerre commerciali e del protezionismo e il disprezzo totale per la lotta al cambiamento climatico. Preannuncia il peggio per i popoli che attualmente subiscono l’imperialismo e il colonialismo in Palestina, Libano, Ucraina e Kurdistan, o che rischiano di subirlo in futuro, come a Taiwan.
L’ascesa dell’estrema destra in Europa e dell’autoritarismo in generale in questo cupo contesto economico, così come la drammatica situazione ecologica, ci danno tutte le ragioni per temere l’elezione di Trump e le sue conseguenze. Continuiamo quindi a lavorare per costruire un nuovo rapporto di forze contro il razzismo, il sessismo, il carbo-fascismo e il capitalismo che noi continuiamo a combattere, insieme a tutti coloro che stanno lottando negli Stati Uniti e nel mondo.
[1] Nota della Redazione: I democratici hanno perso 14 milioni di elettori (67 milioni di elettori rispetto agli 81 milioni di quattro anni fa) a fronte della tenuta dei trumpisti (72 milioni, rispetto ai 74 milioni del 2020). Dell’esito delle presidenziali Usa si scriverà ancora e a lungo per le ricadute che avrà sulla vita di milioni di proletari/e dentro e fuori i confini degli States. La redazione di anticapitalista.org suggerisce, alcuni articoli interessanti di cui trovate di seguito i link:
➳ La corrispondenza da New York di Marina Catucci per il manifesto
➳ Un articolo di Salvatore Cannavò da Jacobin Italia
➳ Considerazioni sparse dopo il successo di Trump (di Fabrizio Burattini)
➳ Il commento di Daniel Tanuro: L’avvertimento che costituisce la vittoria di Trump/
➳ Il voto interessante di una città operaia particolare/

👇 L’analisi dei compagni britannici di Anti*Capitalist Resistance su International Viewpoint
LA SECONDA PRESIDENZA DI TRUMP E’ L’ORA DI UNA LOTTA SU SCALA MONDIALE
Dichiarazione del Council di Anticapitalist Resistance del 6 novembre 2024
Donald Trump ha vinto la seconda elezione alla presidenza degli Stati Uniti il 6 novembre 2024. Il Partito Repubblicano ha ora il controllo quasi completo di tutte le istituzioni politiche statunitensi, avendo conquistato anche il Senato, che gli conferisce il controllo dell’intero potere legislativo, della presidenza e della Corte Suprema. È una vittoria per gli oligarchi americani, Elon Musk, Jeff Bezos, i fanatici della criptovaluta e i Tech Bros della West Coast. Il trumpismo fa parte dell’ondata controrivoluzionaria globale a cui stiamo assistendo con populisti di estrema destra, autoritari, semi-fascisti e libertari che prendono il potere nei Paesi di tutto il mondo. Stiamo assistendo a uno spostamento generale verso l’estrema destra provocato dal neoliberismo e dal crollo del consenso liberale del dopoguerra che esso ha determinato. Il trumpismo è la stessa tendenza che ha prodotto Modi in India, Duterte nelle Filippine, Meloni in Italia e così via.
Ma questa vittoria, in particolare, è un disastro per miliardi di persone in tutto il pianeta. Il potere dell’imperialismo statunitense di agire o non agire rimane un fattore decisivo nella politica mondiale.
Una seconda presidenza Trump sarà caotica e ignobile come la prima. Ma ora i suoi principali sostenitori intellettuali saranno molto più chiari su ciò che vogliono da essa. Il Progetto 2025 è un progetto dettagliato di Stati Uniti autoritari; include proposte per licenziare migliaia di dipendenti pubblici e portare il resto della burocrazia governativa statunitense sotto il controllo centrale del presidente. L’eliminazione del Ministero dell’Istruzione per consentire agli Stati di controllare i programmi scolastici. Significa ridurre l’assistenza sanitaria e i diritti sociali dei transgender, rendendo l’esistenza di questi ultimi quasi insostenibile in alcuni Stati. Significa eliminare le protezioni federali per l’uguaglianza di genere, l’orientamento sessuale e i diritti riproduttivi. È quasi certo che le pillole abortive non potranno più essere spedite per posta, anche se questo è il mezzo principale per ottenere un aborto negli Stati Uniti. Vedremo diffondersi “riflessioni” sulla privazione dei diritti delle donne. Si prevede inoltre di tagliare i fondi per la ricerca e lo sviluppo delle energie rinnovabili, di aumentare la produzione di energia e di abbandonare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio.
Non è chiaro se la promessa di Trump di essere un dittatore fin dal primo giorno e di usare l’esercito contro gli oppositori politici fosse o meno fumo negli occhi per le elezioni. Ma il fatto che abbia condotto una campagna così reazionaria e abbia vinto un voto così decisivo la dice lunga sulla crescita delle idee populiste di estrema destra. Sappiamo che lui e il suo vicepresidente JD Vance hanno recentemente approvato un libro intitolato Unhumans, un manifesto per l’omicidio di massa in stile Pinochet degli attivisti di sinistra in Cile. Questo rivela il nucleo fascista della politica neoliberista, che ha chiuso il cerchio. Questa sconfitta è in gran parte dovuta alle politiche miserabili e alla strategia fallimentare dei Democratici. È chiaro che i Democratici non sono nemmeno uno scudo sbrecciato contro la crescita dell’estrema destra; stanno attivamente alimentando il problema. Hanno fatto finta di niente in un momento di ansia e divisione.
Hanno fatto una campagna contro un populista che si rivolgeva alla “gente comune”, concentrandosi invece sulle virtù della classe dirigente – ripetendo continuamente che Trump era un criminale, come se negli Stati Uniti non ci fossero milioni di criminali in un sistema giudiziario corrotto e ingiusto che potrebbero vederlo come un martire perseguitato. La fissazione dei Democratici sui tribunali per screditarlo prima delle elezioni è totalmente fallita e ha rafforzato le sue argomentazioni. Hanno preferito condurre una campagna centrista, basata sul sostegno delle celebrità, la conquista dei repubblicani di base e lo sfilarsi di Liz Cheney. Hanno fatto appello alla crednza seocndo la quale gli Stati Uniti sono un paese in cui ci sono eguali possibilità per tutti e che ha supreato il razzismo, quando chiaramente non è per nulla il caso.
Trump e i suoi sostenitori non si lasciano ingannare. Sanno che è una bugia. Preferiscono la postura da macho, la legge del più forte, l’assenza di conseguenze. Nelle ultime settimane, i democratici si sono affrettati a definire Trump un fascista – la risposta dei suoi sostenitori è stata quella di alzare le spalle o di accettare il fatto, cosa che ha fatto arrabbiare così tanto i liberali. Trump è il simbolo di tutti i punti di vista più egoistici e reazionari della società americana, ma i democratici non hanno rappresentato un’alternativa. Il suo movimento ha cristallizzato una visione degli Stati Uniti che rifiuta l’uguaglianza e abbraccia il dominio. Il suo movimento non è estraneo alla politica generale degli Stati Uniti, ne è radicato.
L’ondata controrivoluzionaria globale è in gran parte una reazione alle conquiste del dopoguerra – i progressi fatti dalle donne, dai neri, dalla comunità LGBTQIA+ e da altri. Trump ha fatto appello soprattutto agli uomini bianchi e giovani, ai nazionalisti cristiani di estrema destra e ai sostenitori di Elon Musk. Ha conquistato anche i voti della comunità arabo-americana che si è allontanata dai Democratici a causa del loro finanziamento del genocidio israeliano a Gaza (anche se Trump continuerà la stessa politica). Ma ha anche ottenuto il sostegno di un numero significativo di neri (cioè di persone di colore) e di donne, che rifiutano l’establishment liberale e vogliono risolvere le contraddizioni della società americana abbracciando i suoi valori suprematisti. Una parte della popolazione nera americana è anche favorevole alle deportazioni di massa degli immigrati arrivati di recente, se questo farà scendere i prezzi e migliorare i salari (come sostiene Trump). Questo è il punto centrale del populismo: combina le contraddizioni e si rivolge a persone diverse in modi diversi, pretendendo di fornire risposte semplici a domande complesse e rifiutandosi di apportare cambiamenti significativi.
Il suo programma populista conterrà notevoli contraddizioni. Trump ha promesso un bonus sulle emissioni di anidride carbonica e sui combustibili fossili per abbassare il costo delle bollette energetiche e combattere l’inflazione, ma vuole anche imporre tariffe sulle importazioni per rafforzare l’industria statunitense, con conseguente aumento dei prezzi. Sembra improbabile che riesca a migliorare il tenore di vita e a creare più posti di lavoro per il popolo americano, in particolare operando profondi tagli al settore pubblico. Il panorama politico moderno è molto più complesso e diviso da divisioni ideologiche che da semplici calcoli finanziari.
Il fatto che abbia dichiarato che ritirerà il sostegno all’Ucraina e “porrà fine alla guerra” significa quasi certamente che l’annessione imperiale della Russia potrà continuare. Resta da vedere che cosa significhi per l’intera regione, mentre Putin continua il suo progetto espansionistico. Di certo, l’emergere di un mondo più multipolare ci avvicinerà a una terza guerra mondiale, prima o poi. Per i palestinesi significa anche più massacri e sconfitte. Trump ha detto chiaramente a Netanyahu che i leader dell’estrema destra israeliana possono “fare tutto il necessario” per vincere.
La necessità di continuare a resistere è evidente. Molte persone si sentono senza speranza o disperate in questo momento, e questo è esattamente ciò che l’estrema destra e i fascisti vogliono. Provano un piacere sadico nelle sconfitte che infliggono ai “risvegliati” e alla sinistra. Ma la politica è determinata dalle lotte per il potere e il contropotere, dalla costruzione di coalizioni di resistenza di massa, dall’identificazione dei punti deboli del nemico e dalla mobilitazione delle forze per spezzare il suo potere.
Anticapitalist Resistance è totalmente solidale con coloro che negli Stati Uniti rifiutano questa svolta autoritaria e vogliono lottare per un mondo migliore. Sappiamo che i prossimi anni saranno difficili, ma il nostro movimento ha già attraversato momenti difficili. Sappiamo che le cose peggioreranno prima di migliorare. Ma sappiamo anche che possiamo sostenere la causa di un mondo al di là del capitalismo, dell’imperialismo e del militarismo, basato su una società che provveda a tutti e sia sostenibile dal punto di vista ambientale. Il riscaldamento globale sta già andando fuori controllo, così come il rafforzamento dell’estrema destra su scala globale; le due cose sono collegate. E la politica non si ferma alle urne – questa è un’altra menzogna su cui si sono basati i democratici. Il potere viene dalla nostra organizzazione e dalla nostra resistenza. Stiamo lottando per un cambiamento rivoluzionario.