Con Pasquale nel cuore, continuiamo la lotta!
Sinistra Anticapitalista, la Fiom di Torino e la Sinistra sindacale hanno subito, sabato scorso, un drammatico lutto con la morte di Pasquale Lojacono, intelligente e generoso militante sindacale e politico da lunga data della Fiat/Stellantis di Mirafiori, una vita esemplare di dedizione alla classe lavoratrice e di capacità di costruzione quotidiana della lotta e della resistenza delle lavoratrici e dei lavoratori da 37 anni.
Alla sua compagna Maria Rosaria e ai suoi parenti tutta la solidarietà e l’affetto della nostra organizzazione.
Pasquale, di origine calabrese, era nato nel 1964 e da pochi mesi aveva compiuto 59 anni; aveva conosciuto in passato alcuni problemi sanitari, ma li aveva superati assai bene e nel corso degli ultimi mesi, conquistato anche il traguardo della pensione, senza per altro abbandonare il suo impegno militante, era apparso più che mai attento e preciso nel costruire la nuova resistenza operaia ai processi di ristrutturazione portati avanti dalla grande multinazionale e la nuova battaglia sociale e sindacale per impedire che la storica fabbrica di Mirafiori, venisse definitivamente chiusa.
Invece all’improvviso, sabato mattina, di fronte al manifestarsi di due patologie concomitanti il suo cuore non ha retto, precipitando nello sconcerto e nella disperazione la sua compagna, i tanti suoi amici e compagni, la sua organizzazione sindacale, la FIom di Torino e la sua organizzazione politica, Sinistra Anticapitalista., ma anche le compagne e i compagni di Rifondazione in cui aveva militato fino al 2007, l’anno di nascita della nostra organizzazione.
Una perdita irreparabile a cui, a un giorno di distanza, ancora nessuno vuole credere, di un militante di classe generoso, aperto e capace, insostituibile per l’esperienza acquisita nel costruire la partecipazione e la mobilitazione all’interno del luogo di lavoro.
Ancora sabato 10 febbraio, alla riapertura della sede dell’organizzazione, ci aveva raccontato nei dettagli le difficoltà, ma anche le modalità con cui era stato possibile che le lavoratrici e i lavoratori di Mirafiori ridessero vita a uno sciopero dal basso uscendo poi in strada per due giorni consecutivi a manifestare fuori dalla fabbrica.
Pasquale era entrato alla Fiat nel 1987, alla riapertura delle assunzioni dopo la drammatica sconfitta subita dal movimento operaio nell’autunno del 1980 con la cacciata di 22 mila operaie e operai e i lunghi anni di stagnazione sindacale; aveva quindi avuto modo di costruire la sua esperienza nelle lotte dei primi anni ’90, nelle battaglie contro lo smantellamento della scala mobile, nell’opposizione alle politiche della concertazione e poi nella ricostruzione verso la fine del secolo del profilo di classe e di lotta della Fiom, posizionata a sinistra rispetto alla direzione confederale della CGIL. Era diventato delegato della FIOM nel 1997 e da questa posizione aveva animato le lotte vincenti di inizio secolo che avevano impedito che Mirafiori fosse chiusa, come era ormai nelle prospettive del gruppo dirigente della Fiat, cioè della famiglia Agnelli. Era stato poi protagonista delle battaglie della Fiom per rigettare i perdenti accordi contrattuali di FIM e UILM e per costruire dei contratti alternativi nel quadro di una alternativa sindacale di classe.
Era un profondo conoscitore dell’organizzazione del lavoro, molto attento ai processi di produzione per contrastare tutti i tentativi padronali di aumento dei ritmi e dei carichi, costruendo le resistenze operaie.
Con l’avvento di Marchionne e del suo violento attacco alle condizione della classe lavoratrice Fiat era stato, come scrive i segretario provinciale della FIOM: “protagonista e promotore del comitato per il No al referendum di Mirafiori insieme alle altre delegate e delegati FIOM, fondamentale nel mantenere l’organizzazione attiva all’interno della Fiat, fino alla sentenza in Corte Costituzionale che ha sancito il rientro della FIOM nel gruppo Fiat”.
Ma Pasquale non era solo un quadro sindacale di classe; era anche un quadro politico complessivo, un militante rivoluzionario che iscriveva la sua azione in una prospettiva di alternativa al capitalismo, un militante anticapitalista e comunista, volto a operare per la costruzione dell’autoorganizzazione democratica e il potere della classe lavoratrice.
E’ con questo spirito che aveva dapprima militato nel PCI, non avendo poi dubbi nell’impegnarsi nella costruzione del Partito della Rifondazione comunista nel 1993, militanza che ha sempre sviluppato mantenendo una rigorosa scelta politica contro ogni ripiegamento e subordinazione istituzionale e ogni forma di collaborazione di classe, quindi di rigetto della scissione dei cossuttiani e poi nei primi anni del secolo a posizionarsi nella dialettica interna a Rifondazione decisamente a sinistra. In questo quadro si era opposto all’alleanza governativa con il centro sinistra di Prodi, partecipando alla battaglia congressuale del 2005 con la mozione che aveva preso il nome di Sinistra critica, sostenuta per altro dalla stragrande maggioranza del numeroso e partecipato circolo di Mirafiori. Quello stesso circolo con cui in prima fila avrebbe poi combattuto le scelte rinunciatarie della direzione di Rifondazione nel 2006-2007, sostenendo chi nella direzione del partito e nel Parlamento si era opposto a questi orientamenti di subordinazione alle forze borghesi. Questo impegno lo avrebbe portato a partecipare nel 2007 alla costruzione di una nuova organizzazione politica, prima denominata Sinistra Critica e poi Sinistra Anticapitalista. Pasquale ha svolto questo lavoro di costruzione della nostra organizzazione sempre molto attento e preciso a mantenere quel profilo che è alla base delle nostre scelte: la convinzione della bontà di alcuni contenuti programmatici di fondo, ma anche grande disponibilità unitaria nel lavorare con le altre forze politiche e sociali di classe. E di Sinistra Anticapitalista sarebbe stato poi stato candidato in campagne elettorali negli anni successivi, anche se la sua attività principale sarebbe sempre rimasta quella sindacale e sociale all’interno dei luoghi di lavoro.
Per questo anche nella dialettica interna alla FIOM e alla CGIL non aveva avuto dubbi, quando alcuni dirigenti sindacali avevano abbandonato una posizione di opposizione rispetto alla direzione moderata della CGIL, di essere protagonista della formazione della corrente di sinistra interna alla Confederazione, ma anche alla Fiom stessa, denominata “Essere sindacato”, oggi, “le radici del sindacato” Nel frattempo Pasquale veniva anche eletto nel Comitato centrale della Fiom.
Posizione di minoranza che non gli hanno mai impedito un lavoro unitario e forte con tutte/i le/gli altre/i compagne e compagni e nelle strutture della FIOM come sempre gli è stato riconosciuto, un stima forte per le sue qualità, e la sua generosità che anche in questi giorni sono state rimarcate da tutte e tutti coloro che hanno lavorato insieme a lui. “Non ci sono parole per esprimerti la nostra gratitudine, sei stato un militante straordinario, generoso, onesto combattivo. Hai sempre messo al primo posto coloro che rappresenti; per noi rimarrai un esempio da seguire. Ti vogliamo bene Pasquale.” ha scritto Edi Lazzi segretario provinciale della FIOM.
Per la nostra organizzazione politica la scomparsa di Pasquale è una perdita umana indicibile e insostituibile, è una perdita lancinante nella costruzione di un lavoro collettivo non solo verso Mirafiori, ma più in generale verso tutte le fabbriche del torinese.
Proprio nelle ultime settimane avevamo discusso a più riprese con lui su come che aiutare la riorganizzazione delle lotte in questa nuova difficile fase politica, ma anche e soprattutto come aiutare i militanti sindacali più combattivi a darsi tutti gli strumenti politici necessari per affrontare nel migliore dei modi la lotta contro la multinazionale e contro questo governo reazionario, ma anche per superare le dinamiche burocratiche degli apparati e più in generale mantenere viva una prospettiva di alternativa anticapitalista alla barbarie che le classi dominanti ci propongono sul piano sociale e ambientale e ai nuovi scenari di guerra.
Sarà difficile fare questo, essere all’altezza dei compiti, ma di certo Pasquale avrebbe voluto che questo lavoro fosse fatto. Lo dobbiamo dunque fare, senza di lui e quindi con più difficoltà e forse con meno successo, ma lo dobbiamo fare perché è giusto farlo e per continuare il lavoro comune di questo amico e compagno che non dimenticheremo e che ringraziamo per tutto quello che ha fatto per la nostra classe.
Il circolo di Sinistra Anticapitalista Torino
Si legga anche il ricordo dell’area Le radici del sindacato e della Fiom di Torino
ULTIMO SALUTO A PASQUALE
Martedì 20 alle ore 9,45 verrà chiuso il feretro all’ospedale Martini e alle 10 partirà per andare in Cgil via Pedrotti e dove arriverà per le 10,30 dove verrà allestita la camera ardente con picchetto d’onore di Compagne e Compagni.
Alle 14,45 la bara verrà portata al cimitero monumentale di Corso Novara dove si svolgerà il funerale alle 15,15.
La salma sarà visibile lunedì pomeriggio e martedì prima della chiusura del feretro
