Rousset spiega l’alleanza «senza limiti» tra Pechino e Mosca

Cina – Russia, estratti di un’intervista di Inprecor a Pierre Rousset: «La formalizzazione di un blocco sino-russo a vocazione strategica»

 Come descriverti le relazioni sino-russe?

Xi Jinping e Vladimir Putin hanno firmato una “dichiarazione congiunta sull’approfondimento del partenariato di coordinamento strategico globale della nuova era”. Le parole importanti mi sembrano “globale” ed “era” (nuova) che sanciscono una cosiddetta alleanza “senza limiti”. Questa formula (“senza limiti”) era già stata usata poco prima dell’invasione dell’Ucraina, e poi era caduta più o meno in disuso. Ora è tornata, e con forza. Mi sembra che sia il segno della formalizzazione di un blocco sino-russo a vocazione strategica più consistente di quanto non lo sia stato finora, ma sempre diseguale.

La relazione sino-russa è molto asimmetrica e i due paesi non sono su un piano di parità, tutt’altro. Ciò è evidente. Durante il suo soggiorno a Mosca, Xi si è comportato come un imperatore benevolo e Putin come un vassallo ossequioso. Preciserei questa evidenza osservando che il PCC ha bisogno di questa partnership. Il suo incubo è quello di trovarsi militarmente da solo contro gli Stati Uniti. Ha bisogno di un alleato che conti in questo campo e non c’è altra scelta se non la Russia.

Inoltre, non vuole trovarsi di fronte a nuovi governi ostili ai suoi confini. Qualunque cosa pensi di Putin (o di Kim Jun-un in Corea del Nord), Xi non può rischiare il crollo del suo regime. Per questo ha dato a Putin un forte sostegno per la sua rielezione alle elezioni presidenziali del 2024! Questo basta a rafforzare la credibilità diplomatica dell’ospite del Cremlino, che ne ha bisogno. Xi invita Putin a incontri internazionali in Cina che gli permetteranno di parlare (con il patrocinio cinese) con diversi capi di Stato, senza il rischio di essere preoccupato dalla Corte penale internazionale.

E sul terreno economico ?

Le economie cinese e russa sono per molti versi complementari: la Cina esporta beni o capitali e importa prodotti dal sottosuolo siberiano, compresi ovviamente il petrolio e il gas a basso costo, che la riduzione delle importazioni occidentali ha “liberato”. La Cina è oggi il principale partner commerciale della Russia, mentre la Russia è solo l’undicesimo partner di Pechino (anche se le sue esportazioni sono aumentate significativamente dal 2022). Un caso esemplare di scambio ineguale. Tuttavia, ancora una volta, Pechino ha bisogno della Russia, soprattutto nel campo dell’energia e dei minerali. Comunque, Xi Jinping non sembra voler puntare tutte le carte sulla Russia. Si sta rivolgendo all’Arabia Saudita e all’Iran, cioè al petrolio mediorientale, per evitare di dipendere troppo dalle forniture russe.

Per capire l’importanza della “partnership” con la Russia dal punto di vista di Pechino, bisogna tenere conto della loro vicinanza e della loro complementarietà geografica. Vicinanza: i due Paesi condividono una frontiera comune, che consente scambi sicuri, un’assicurazione nel caso in cui il commercio internazionale sia interrotto da una crisi geopolitica (o sanitaria). Complementarietà: la Cina è decentrata rispetto all’Eurasia. Insieme alla Russia, pesa sull’intero continente. A ovest, ma anche a nord. Non confina con i mari artici. La Russia, in quanto potenza siberiana, dovrebbe permetterle di impegnarsi nella (feroce) competizione per il Grande Nord che il cambiamento climatico, lo scongelamento delle regioni polari e delle loro rotte marittime preannunciano.

Detto ciò, il blocco sino-russo rimane comunque conflittuale. Putin sogna di ripristinare i confini dell’Impero zarista o dell’URSS staliniana? Tuttavia, quella che si sta affermando in Asia centrale, in paesi che fanno proprio parte di questo perimetro storico, è l’influenza cinese. Si tratta di una regione di grande importanza tanto per le sue risorse quanto per la sua posizione geografica: fa da cerniera fra la Siberia, il Medio Oriente, l’Asia meridionale e la Cina -passaggio obbligato di assi di comunicazione economici o militari. Durante il suo soggiorno a Mosca, Xi Jinping ha annunciato la prossima organizzazione di un vertice Cina-Asia centrale a cui sono invitati Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Tagikistan. Ciò significa l’emarginazione della Russia, il prezzo che Mosca dovrà pagare per il sostegno cinese.

*estratti di un’intervista realizzata dalla rivista Inprecor