NO alla sanità privata e al regionalismo: per la ripubblicizzazione integrale del SSN!
di Antonello Zecca
Le emergenze sono prismi attraverso cui è possibile vedere ciò che normalmente è celato allo sguardo.
Il fallimento del regionalismo, già attivo da più di un decennio con la riforma del Titolo V della Costituzione e, ancora prima, con disposizioni di legge che ne preparavano il terreno (vedi la Bassanini del 1997), è sotto gli occhi di tutti.
Quando si dice unità della Repubblica non c’è nessun feticcio nazionalistico o istituzionalistico; si intende esattamente il rifiuto radicale di un assetto politico-istituzionale che è stato pensato e gestito per favorire le privatizzazioni dei servizi pubblici e per mettere in concorrenza ancora più violenta lavoratrici e lavoratori nei e tra i territori, oltre che per sperimentare una ulteriore restrizione dei diritti democratici e sgombrare il campo per insinuare gradualmente la normalità dell’autoritarismo.
L’esempio del SSN è lampante: il Covid19 ne ha messo impietosamente in luce lo stato semi-comatoso, evidenziandone la disorganizzazione, la frammentazione (e quindi l’inefficacia), la drammatica carenza di organico, e un sotto-finanziamento cronico.
Soprattutto ha dimostrato la natura antisociale e parassitaria della sanità privata, a beneficio della quale sono state condotte le controriforme degli ultimi trent’anni.
In tutto questo, il diritto alla salute, gravemente compromesso in molte parti del paese, è ormai negato nella maggior parte delle regioni del Sud.
Un varco si è però aperto nel dibattito pubblico, solitamente chiuso e ingessato.
Occorre unire tutte le forze disponibili e approfittarne per condurre una campagna sulla ripubblicizzazione integrale del SSN, che agisca sulle sue attuali gravi criticità, e contro il regionalismo, che è un cavallo di battaglia di tutte le forze politiche parlamentari e di tutti i governi, mettendo da parte attività inutili o secondarie.
Sì è aperta una finestra di opportunità. Facciamo sì che non si chiuda
#Covid19
#SSN
#Regionalismo