Campania, un voto alla Sinistra al Lavoro, nonostante tutto

Comunicato di Sinistra Anticapitalista Napoli

Le elezioni regionali in Campania cadono quest’anno in uno scenario denso di incognite e inserito in un quadro di un ulteriore deterioramento complessivo alla condizione della classe lavoratrice in Campania, nelle sue diverse articolazioni e nei diversi settori, inclusa la condizione di disoccupazione e sottoccupazione, sempre più acuta nella Regione.

Le politiche di austerità e di feroci tagli promosse con convinzione dalla giunta Caldoro e sostenute attivamente, o molto scarsamente contrastate, dalla “opposizione” del PD, hanno aggravato ulteriormente questo quadro contribuendo a fare della Campania una delle regioni meridionali a più elevata sofferenza sociale.

I due maggiori schieramenti in campo, la coalizione imperniata su Caldoro e quella centrata sul PD, capitanata dall’ex sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, sono composte da numerose liste espressione di interessi clientelari ed affaristici con candidati del tutto inadeguati politicamente, spesso trasformisti ed a volte implicati in processi di malavita. E’ ovvio che entrambe le coalizioni, qualora vincitrici, proseguirebbero, malgrado le promesse elettorali, le precedenti politiche finora perseguite dalle giunte di centrodestra e di centrosinistra in armonia con le direttive dell’Unione Europea, portate avanti dal governo Renzi. Presenti nella competizione elettorale anche il Movimento 5 Stelle caratterizzato da una impostazione interclassista con accenti antisindacali ed anti-immigrati. I meridionalisti di MO rivendicano un’impostazione anti-settentrionale con anacronistiche nostalgie per un presunto felice passato preunitario.

Diverso discorso va fatto per la lista Sinistra al Lavoro, capeggiata da Salvatore Vozza, frutto di un accordo pattizio tra SEL, Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, L’Altra Europa Campania e altre formazioni. In una precedente presa di posizione, in cui avevamo espresso il rifiuto di far parte di questo percorso, avevamo già detto che questa scelta ci pareva estremamente negativa perché riscontravamo, e riscontriamo, modalità pattizie di accordo tra vertici di ceto politico, sostanziale assenza dai processi di lotta e dai luoghi del conflitto, disinteresse alla costruzione di mobilitazioni sociali, vaghezza programmatica, e un orientamento di fondo subalterno alla ricostruzione di un nuovo centrosinistra, peraltro oggi improbabile e assolutamente improponibile. Il percorso di costruzione della lista è esso stesso vetusto, espressione della crisi profonda della democrazia rappresentativa, tutto interno alla logica dominante, e incapace di prospettare una risposta reale alle esigenze e ai bisogni più elementari delle classi subalterne della Regione.

Sinistra Anticapitalista Napoli è convinta che le elezioni siano una possibilità la cui praticabilità deve essere subordinata e funzionale alla costruzione e al rafforzamento del conflitto sociale, ad esperienze di autoorganizzazione e autogoverno, alla crescita di consapevolezza della necessità dell’azione collettiva e di limitazione della delega, all’acquisizione progressiva di fiducia nei propri mezzi da parte di masse sempre più larghe. Queste caratteristiche sono completamente assenti dall’esperienza di questa lista e anche le compagne e i compagni candidate/i, che più hanno a cuore la costruzione del conflitto sociale, rischiano di essere usate/i come foglie di fico di obbiettivi politici ben diversi decisi da altri.

Tuttavia è pur vero che a livello nazionale lo spazio politico a sinistra del PD, pur con confusione e contraddizioni, costituisce l’unica prospettiva di reale alternativa alle politiche dell’austerità portate avanti dal centrosinistra e dal centrodestra ed è visto con speranza da quanti si oppongono ai tagli ai servizi pubblici universali, all’abolizione dei diritti del lavoro e dei diritti democratici, alla distruzione ambientale e alla privatizzazione della scuola. Questo è lo spazio in cui sarà possibile ricostruire un senso alla parola sinistra e prospettare una ricomposizione politica che non sia la mera somma di quel che resta delle sinistre ma sia una vera e propria rinascita politica e organizzativa sulla base di nuove esperienze comuni. A noi interessa che questo spazio politico cresca e sia visibile.

Per questo ci interessa un voto che dimostri l’esistenza di questo spazio alternativo all’austerità e ai suoi araldi, che lasci aperti gli spiragli creati dalle molteplici lotte in corso nella Regione, benché spesso isolate e frammentate; un voto diverso e non esauribile nella semplice retorica anti-casta, un voto avverso a De Luca e a Caldoro. L’astensione finirebbe per favorire uno dei due maggiori contendenti, che avrebbero maggior agio a mostrarsi chiaramente vincitori e legittimati a proseguire sulla via delle loro disastrose politiche.

Per quanto detto, pur non essendo stati d’accordo con l’impostazione e i metodi che hanno portato alla formazione della lista Sinistra al Lavoro, invitiamo a esprimere il voto a questa lista. Sarà compito della sinistra coerentemente antiliberista e anticapitalista lavorare per costruire, con le lotte, nelle lotte e dalle lotte, una reale alternativa politica e sociale all’austerità mortifera dell’Unione Europea e dei suoi referenti nazionali e regionali.