Stato Spagnolo. Le marce della dignità
di Álvaro Sánchez Castrillo
La Marce della dignità torneranno nelle strade di Madrid il 21 marzo prossimo avendo come obbiettivo l’esigenza di una “vita degna” con il classico slogan “Pane, lavoro, casa e dignità”. La mobilitazione secondo i propositi degli organizzatori avrà le stesse caratteristiche diquelle precedenti: le colonne dei manifestanti provenienti da tutta la Spagna confluiranno alle ore 18 su Piazza Colombo, luogo di partenza della marcia, mentre altre colonne le raggiungeranno durante il percorso.
In questo modo, il movimento civile ritornerà a protestare nella capitale un anno dopo l’enorme manifestazione del 22 marzo 2014 – che aveva riunito 2 milioni di persone,…. 50.000 secondo il governo – che si era svolta pacificamente fino a che non erano cominciati gli scontri e le cariche della polizia. Un centinaio di persone furono ferite , la maggior parte leggermente,tra cui 67 poliziotti. Gli incidenti portarono all’arresto di 11 persone.
Il comunicato delle Marce della dignità pubblicato il 27 febbraio indica che “la situazione non è migliorata e che gli effetti perversi delle politiche di austerità imposte dalla Troika – composta dalla Commissione europea, dalla Banca Centrale europea e dal Fondo monetario internazionale – colpiscono sempre più la maggior parte della società spagnola”.
Gli organizzatori affermano nel manifesto che convoca la manifestazione che “la dura realtà smentisce le affermazioni del governo del Partito popolare”e la sua “campagna di marketing per vendere l’idea che siamo ormai usciti dalla crisi”, un’affermazione che gli organizzatori giudicano “in totale contrasto con la situazione nella quale si trova la maggior parte della popolazione”.
Le Marce della dignità ricordano anche che il tasso di disoccupazione continua ad essere al 24%, “con più di 5 milioni e mezzo di persone disoccupate” e sottolineano che “ i posti di lavoro creati sono precari con salari da miseria, per cui si può oggi essere poveri pur avendo un lavoro.” Inoltre gli organizzatori affermano che “la differenza salariale tra uomini e donne è del 24%”, “la disoccupazione giovanile supera il 55%”; considerano la perdita del potere di acquisto delle pensioni e il loro tasso di adeguamento essere “una vergogna”.
Il manifesto si fa portavoce delle preoccupazioni crescenti di fronte “all’aumento allarmante della povertà che coinvolge il 30% della popolazione”, “della precarietà sociale”, “degli sfratti” e della “povertà energetica” (il fatto di non poter utilizzare l’elettricità, sia per ragioni economiche, sia perché è stata tagliata). “Diverse persone, quest’anno sono morte per la situazione precaria delle famiglie” aggiunge il testo.
La corruzione e la “legge museruola”
Per quanto riguarda la corruzione il movimento dei cittadini denuncia “il furto del 5% del PIL”, come conseguenza delle frodi fiscali e della corruzione. “La politica fiscale va a beneficio delle persone più ricche e fa ricadere il carico fiscale sulle classi lavoratrici e sulla maggioranza della popolazione” segnala il manifesto che aggiunge poi “aumenta il numero dei milionari insieme a quello dei poveri, divaricando sempre più le distanze sociali”.
Infine gli organizzatori denunciano “la legge sulla sicurezza e la riforma del Codice Penale”, che hanno come obiettivo “la riduzione dei diritti e delle libertà allo scopo di far tacere il popolo che soffre e che si impoverisce come strumento di dominio e di sfruttamento”.
Per tutte queste ragioni, le Marce della dignità esigono un “programma minimo” intorno a una serie di punti: “il non pagamento dei debiti; la difesa dei servizi pubblici; un lavoro degno con dei diritti e un salario adeguato; la riduzione dell’orario di lavoro giornaliero; il reddito di cittadinanza; il diritto a decidere delle persone, dei popoli e delle nazioni; la difesa dei diritti delle donne e un avvenire per i nostri giovani; contro la precarietà del lavoro e sociale, contro la repressione e la “legge museruola”, contro il Trattato transatlantico; per il diritto alla casa; contro la Nato”.
Pubblicato dal sito Infolibre del 27 febbraio 2015 e ripreso dal sito di A l’Encontre