A Napoli una domenica anticlericale e antifascista
di Antonello Zecca
Sembrava una domenica mattina come tante altre, a Napoli.
In una giornata d’autunno dal sapore primaverile, le vie del Vomero erano come di consueto brulicanti di persone intente in passeggiate sonnacchiose, in conversazioni facete, in degustazioni diversamente competenti di caffè nero bollente.
Tutto sembrava scorrere verso l’inevitabile conclusione del pranzo domenicale, quando, all’improvviso, un capannello di persone impegnate in un’accesa discussione risaltava al centro di via Scarlatti, in corrispondenza della fine dell’area pedonale.
Dapprima oscuro, il motivo del contendere diventava sempre più chiaro man mano che ci si avvicinava all’origine delle grida, che risuonavano con forza nella strada: alcuni compagni erano incappati in una “veglia” (così la chiamano i veglianti) organizzata da un gruppo chiamato Sentinelle in piedi, di chiara ispirazione clerico-fascista, di destra radicale, e con una presenza nazionale, ancorché fortunatamente non estesa. I promotori della “veglia” stavano diffondendo volantini in cui incitavano ad opporsi al matrimonio omosessuale, all’omogenitorialità e alla “distruzione della famiglia naturale, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna”, a tutti quei diritti, insomma, che, insieme ai diritti sociali, connotano una civiltà autenticamente democratica, in cui tutte/i siano realmente libere/i.
I compagni contestavano energicamente i contenuti promossi dagli organizzatori, accusandoli di fomentare odio contro le persone LGBTQ con messaggi oscurantisti e reazionari. Unendoci a loro, abbiamo potuto constatare il livello infimo delle argomentazioni a sostegno di posizioni comunque indifendibili, ma anche la rabbia e la bile che trasudava dalle parole delle “Sentinelle”, una rabbia contro tutto ciò che esulasse dalla loro angusta comprensione e dal loro spirito inquisitorio: “Adamo ed Eva erano uomo e donna e la famiglia così fatta esiste da 700 (sic!) milioni di anni!”, sosteneva un ineffabile quanto esagitato, portavoce.
Ci sarebbe stato da sorridere se non restasse il danno enorme, reale e potenziale, che questi figuri rischiano di causare, soprattutto in tempi di acuta crisi come quella che stiamo vivendo.
E infatti non siamo rimasti a guardare: compagne e compagni provenienti dalle esperienze degli spazi occupati, delle occupazioni a scopo abitativo e dai movimenti contro l’austerità sono prontamente accorse/i per contestare la veglia e impedire che il suo messaggio reazionario potesse essere ulteriormente propagato. Insieme a loro compagne e compagni provenienti da altre esperienze politiche e sociali, tra cui Sinistra Anticapitalista.
Slogan e cori, taglienti e ironici quanto inflessibili nella difesa delle libertà di tutte/i e di ciascuna/o, sono partiti per più di due ore in direzione delle Sentinelle che, pur schermati da un nutrito gruppo di agenti di polizia in assetto antisommossa (!), non hanno potuto far altro infine che abbandonare il terreno in una mesta ritirata, non senza aver prima rivelato il loro vero volto con un intero repertorio di epiteti e gesti omofobi e maschilisti.
La cosa più interessante della giornata, tuttavia, è stata la solidarietà espressa da numerosi passanti e curiosi con le posizioni delle/degli antifasciste/i, che indica ancora una volta, dopo la riuscita manifestazione del 2 Ottobre contro il board della BCE e l’applauditissimo passaggio del corteo nel quartiere popolare della Sanità, una notevole potenzialità affinché i contenuti espressi dalle mobilitazioni prodotte, e che sapremo produrre in futuro, abbiano carattere egemonico sulla maggioranza della società.
Tutto a patto che, alla radicalità del messaggio e delle posizioni, corrisponda e si affianchi la ricerca costante dell’unità nelle mobilitazioni sociali e sul piano politico, con alcune discriminanti di fondo, senza le quali l’efficacia stessa in senso emancipatorio di questa unità verrebbe vanificata: un NO chiaro e netto a qualsiasi rapporto con il PD, opposizione radicale e senza compromessi a tutti i trattati e le politiche di austerità, difesa radicale e rilancio dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e, naturalmente, antifascismo intransigente, tanto più importante, quest’ultimo, quanto più rigurgiti neofascisti e neonazisti della destra radicale riaffacciano prepotentemente la testa in tutta Europa.
Sì, questa è stata proprio una giornata particolare.
Antonello Zecca