Capitolo 9. Sinistra Anticapitalista
Il Coordinamento Nazionale di Sinistra Anticapitalista nella sua riunione del 25 settembre ha discusso ed approvato un documento che sintetizza il quadro sociale e politico dello scontro di classe nel nostro paese, definendo alcune proposte politiche e l’impegno dell’organizzazione per una mobilitazione ampia, unitaria e generale nella battaglia di autunno che si è aperta.
Contro il governo Renzi costruire percorsi unitari di lotta
Documento del Coordinamento nazionale di Sinistra Anticapitalista
Bellaria, 25 settembre 2014
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Capitolo 9.
Sinistra Anticapitalista
Un anno fa abbiamo iniziato la sfida di Sinistra Anticapitalista, il tentativo nel nostro paese di mantenere e costruire una forza collettiva militante nazionale in grado di intervenire complessivamente nelle vicende politiche del paese, di costruire campagne e intervento in alcuni settori sociali.
1. Questa sfida è stata vinta, l’organizzazione esiste, ha una sua articolazione su scala nazionale, ha costruito un gruppo dirigente nazionale e direzioni locali, ha una sua proiezione attraverso l’attività e lo sviluppo del sito e i suoi collegamenti italiani ed esteri.
Siamo ben consapevoli dei nostri limiti e della nostra dimensione, delle lacune politiche e geografiche che debbono essere colmate, ma sarebbe un grave handicap per tutti se non fosse attiva questa forza che difende, contro venti e maree, nella confusione e nella demoralizzazione politica, un progetto anticapitalista; una forza non settaria, che ogni volta che può costruisce percorsi comuni con altri, che lavora per una più vasta aggregazione, ma anche consapevole del valore delle proprie proposte e del proprio lavoro.
La costruzione di Sinistra Anticapitalista è avvenuta realizzando da subito una serie di stretti rapporti politici di unità politica e di azione con le altre forze in Europa omogenee con le nostre posizioni, con le forze della sinistra anticapitalista, tra cui quelle che fanno riferimento alla Quarta Internazionale.
Tutto questo ci ha dato forza e ci ha permesso di avere una visione più ampia e complessa della realtà internazionale, a partire da quella europea, su cui confermiamo le linee di fondo espresse nella nostra campagna di primavera, tanto più nella consapevolezza della posta politica storica che abbiamo riassunto nel punto 3 di questo testo.
In questo anno abbiamo in primo luogo ricostruito le nostre strutture locali e il nostro intervento politico nelle diverse situazioni, sviluppando l’adesione e il tesseramento; abbiamo sostenuto e partecipato a molte vicende di lotta che si sono prodotte sia nei luoghi di lavoro che sui territori, comprese quello dei lavoratori della scuola; abbiamo partecipato e sostenuto mobilitazioni ambientaliste e di difesa dei territori; abbiamo partecipato a mobilitazioni di solidarietà internazionalista; abbiamo costruito interlocuzione con altre forze della sinistra; abbiamo partecipato in forme diverse a seconda delle condizioni anche ad attività elettorali, siamo tornati a fare un lavoro di agitazione e propaganda con manifesti, volantini e brochure.
Abbiamo rimesso in agenda la formazione e il dibattito sugli elementi fondamentali di critica al modo capitalistico di produzione (il seminario “il Capitale: istruzioni per l’uso” di Roma) e su alcuni passaggi cruciali della storia del movimento operaio italiano ed internazionale (il seminario realizzato a Torino a cento anni dalla prima guerra mondiale, il volume “La madre di tutte le guerre, il seminario di Brescia sugli anni 70).
Abbiamo svolto un complesso lavoro di spiegazione, agitazione e propaganda sul terreno della crisi europea e della lotta contro le politiche dell’austerità.
In particolare, negli ultimi mesi, abbiamo profuso un grande impegno, attraverso i nostri e le nostre militanti nella CGIL, nell’impedire che migliaia di quadri andassero dispersi nella deriva delle scelte delle diverse direzioni sindacali, e nel tentare di ricostruire una vera sinistra nella più grande Confederazioni del paese. Contemporaneamente i nostri compagni sono stati attivi nel promuovere l’attività nei diversi sindacati di base in cui erano presenti. Tutti insieme hanno sempre lavorato perché si determinassero le convergenze necessarie tra tutti i settori combattivi e di classe dei militanti sindacali.
Infine abbiamo fatto uno sforzo finanziario grande con la campagna centrale e straordinaria di sottoscrizione che ha superato i 30 mila euro dell’obbiettivo, che si è aggiunta alla nostra normale attività di autofinanziamento per garantire l’attività quotidiana e le sedi territoriali.
Certo una cifra quasi ridicola, rispetto alle disponibilità della formazioni borghesi e padronali ed anche di certe organizzazioni di sinistra che hanno potuto disporre del finanziamento pubblico, una cifra grande per l’impegno nostro, una cifra che esprime la generosità delle compagne e dei compagni di fronte a una situazione lavorativa e di reddito sempre più precaria.
2. Ripartiamo da queste acquisizioni per andare avanti, per darci l’obbiettivo di essere pienamente un attore politico nazionale, per costruire nostri circoli nei luoghi di lavoro, per avere una presenza ben più significativa tra i giovani, per moltiplicare i nostri rapporti sociali nei movimenti territoriali.
Ripartiamo dalla politica e dall’economia, dalla lotta contro il governo Renzi e la Troika, contro il fiscal compact e la legge di stabilità, per una programma unitario e immediato per combattere la disoccupazione e per stabilizzare i precari, per la riduzione di orario a parità di salario, il divieto dei licenziamenti, forti interventi pubblici per creare lavoro e garantire i servizi, per abolire la controriforma Fornero, per difendere la scuola e la sanità pubblica, per la nazionalizzazione dei settori fondamentali dell’economia sotto controllo dei lavoratori, per una pianificazione ecologica, per rifiutare il debito illegittimo e rompere con i trattati ghigliottina europei.
Ripartiamo dalla difesa della democrazia contro le involuzioni autoritarie; ripartiamo anche dalla difesa della democrazia nel movimento operaio, nei sindacati, nei luoghi di lavoro contro gli accordi del 10 gennaio, per la ricostruzione di una sindacalismo di classe.
Ripartiamo dalla lotta per forme superiori di democrazia che garantiscano effettivamente la partecipazione dei lavoratori alle decisioni fondamentali della società per non lasciare il loro futuro nelle mani dei banchieri e dei capitalisti.
Ripartiamo dalla lotta contro le minacce di guerra, per la pace e contro ogni intervento militare imperialista, per il sostegno delle lotte dei popoli oppressi dal colonialismo, dalle dittature, dallo sfruttamento.
Ripartiamo dalla necessità di ricostruire la partecipazione e la lotta di massa, da una prospettiva anticapitalista perché solo in questo modo sarà possibile affrontare tutti i nodi delle crisi del capitalismo.
Per questo serve un’organizzazione più forte, numerosa e militante, un’organizzazione che nei prossimi mesi sappia intervenire su questi contenuti e darsi anche tutte le risorse materiali e finanziarie per farlo nel migliore dei modi.
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