Capitolo 8. La nostra azione sul piano internazionale
Il Coordinamento Nazionale di Sinistra Anticapitalista nella sua riunione del 25 settembre ha discusso ed approvato un documento che sintetizza il quadro sociale e politico dello scontro di classe nel nostro paese, definendo alcune proposte politiche e l’impegno dell’organizzazione per una mobilitazione ampia, unitaria e generale nella battaglia di autunno che si è aperta.
Contro il governo Renzi costruire percorsi unitari di lotta
Documento del Coordinamento nazionale di Sinistra Anticapitalista
Bellaria, 25 settembre 2014
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Capitolo 8.
La nostra azione sul piano internazionale
La drammatica crisi internazionale che si manifesta in tante parti del mondo portando alla ribalta ogni giorno nuovi e sempre più drammatici e barbarici avvenimenti non è affrontabile nell’economia di questo testo. La proposta è che l’organizzazione svolga un seminario specifico su questa fondamentale materia per produrre una lettura e un orientamento complessivo.
1. In questa sede ci limitiano ad indicare i tratti di questo oscuro dipinto costituito dallo scenario internazionale ed alcune piste di interpretazione e di riferimento.
In primo luogo il destino della Palestina, dove la tragedia di quel popolo continua a consumarsi ogni giorno senza fine, nell’indifferenza e nel cinismo dei governi occidentali (e non solo), compreso quello italiano, complici più che mai delle politiche colonialiste e razziste del governo di estrema destra israeliano. L’eroica resistenza palestinese ha ora imposto una tregua ed anche alcune concessioni da parte del governo israeliano, ma il prezzo pagato dalle popolazioni ancora una volta è stato altissimo e anche quest’ultime vicende indicano che la realizzazione dei diritti storici di questo popolo, porre fine alla dominazione coloniale e conquistare il diritto ad avere un proprio stato, sono ancor più collegati del passato all’insieme dello scontro politico e di classe di tutta la regione e alla difesa e al raggiungimento delle esigenze e dei diritti di tutti gli oppressi e sfruttati di questa regione del mondo.
Per questo non è separabile quanto avviene a Gaza, da quanto sta avvenendo in Siria, o in Iraq.
Il lungo retaggio coloniale e neocoloniale europeo si è congiunto negli ultimi venti anni con gli interventi delle coalizioni raccolte attorno agli americani, dispiegando tutti i veleni e le contraddizioni dall’Iraq all’Afghanistan, alla Libia lasciando sul terreno ogni sorta di rovina materiale ed ideologica e portando alla ribalta forze ultrareazionarie ed oscurantiste nel quadro della disgregazione e della vera e propria dissoluzione della strutture portanti dei vecchi stati nazionali, per di più costruiti spesso artificialmente sulla base delle spartizioni imperialiste. Queste forze reazionarie dispongono di ingenti mezzi sia perché sono state a suo tempo foraggiate militarmente dalle potenze occidentali sia semplicemente per il fatto che queste andandosene hanno lasciato sul terreno un enorme arsenale militare.
Le grandi mobilitazioni di due anni fa della primavere arabe, avevano aperto nuove speranze e possibilità, per altro molte volte incomprese da parte della sinistra italiana, ma, in mancanza di forze politiche democratiche e di classe consolidate, hanno subito l’offensiva delle diverse componenti della classi dominanti. L’imperialismo ha lavorato per la ricostruzione di vere e proprie dittature sanguinarie come in Egitto.
In Europa assistiamo contemporaneamente alla crisi dell’Unione Europea; contemporaneamente ad Est, in Ucraina, si è aperto un nuovo drammatico confronto diretto tra l’imperialismo americano che cerca di spingere la presenza della Nato verso est fino ai confini con la Russia e il neoimperialismo grande russo di Putin. Entrambi prendono in ostaggio le aspirazioni e i diritti dei popoli che compongono il mosaico di quella regione, a partire dall’Ucraina. In un contesto di questo tipo trovano quindi spazio e ruolo, da entrambe le parti, le forze fasciste e reazionarie. Il terribile ingranaggio dello scontro, le minacce e i ricatti delle due parti, il peso drammatico della guerra con i morti che hanno ormai superato le molte migliaia, sono in atto e non è per nullo certo la capacità e la volontà dei contendenti di bloccarlo.
Tutte le diverse forze imperialiste e reazionarie sia nel Medio Oriente che nell’Europa orientale si scontrano tra loro agendo contemporaneamente per sconfiggere e distrarre i movimenti sociali reali emancipatori e democratici.
2. Nel nostro orientamento politico dobbiamo sempre partire dalla difesa dalle mobilitazioni e dai diritti democratici e sociali delle masse in tutte le terre del mondo, dal favorire la loro autoorganizzazione contro le forze del capitale e tutte le forze reazionarie. Partiamo cioè dalle classi sociali e dai loro interessi e non dagli stati.
Per questo pensiamo che sia una stupida ed erronea la riedizione di nuovi campismi variamente declinati e molto in voga in ampie parti della sinistra italiana, dimenticando addirittura che il capitalismo è stato restaurato nelle terre che furono del “socialismo realmente esistente”.
Per questo difendiamo le mobilitazioni concrete delle masse per i loro diritti, contro le dittature di ogni genere (economiche, sociali, ideologiche e religiose). E in tutti i paesi, dalla Palestina alla Siria, al Kurdistan, difendiamo le forze laiche democratiche e socialiste che provano a darne espressione.
Per questo l’asse concreto della nostra azione è la costruzione della solidarietà con le lotte di quei popoli per i loro diritti e con coloro che meglio le rappresentano, contro le forze reazionarie di ogni genere laiche o religiose.
Per questo Sinistra Anticapitalista si impegna in una nuova e sviluppata attività internazionalista di solidarietà.