Capitolo 7. La battaglia dell’autunno per una mobilitazione generale
Il Coordinamento Nazionale di Sinistra Anticapitalista nella sua riunione del 25 settembre ha discusso ed approvato un documento che sintetizza il quadro sociale e politico dello scontro di classe nel nostro paese, definendo alcune proposte politiche e l’impegno dell’organizzazione per una mobilitazione ampia, unitaria e generale nella battaglia di autunno che si è aperta.
Contro il governo Renzi costruire percorsi unitari di lotta
Documento del Coordinamento nazionale di Sinistra Anticapitalista
Bellaria, 25 settembre 2014
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Capitolo 7.
La battaglia dell’autunno per una mobilitazione generale
1. La battaglia da costruire nell’immediato non è solo, come alcuni hanno già prospettato e deciso, realizzare una o più manifestazioni nell’autunno, (tanto più se ognuno va per conto suo) quanto dare vita a un movimento più ampio e complessivo che provi a collegare le varie resistenze alla lotta contro il Jobs Act e la prossima legge di stabilità, che sono il crogiuolo di tutte le nefandezze della politica del governo e della Troika. La violenza dell’attacco di Renzi al diritto del lavoro sta infatti determinando delle brecce e delle possibilità di resistenze che devono essere sfruttate fino in fondo; si aprono possibilità di mobilitazione reali ampie, soprattutto se si saprà agire in modo unitario e se si avrà la capacità di proporre alle lavoratrici e ai lavoratori strumenti di lotta unitari ed efficaci che risultino quindi ai loro occhi credibili per poter battere governo e padroni. Dobbiamo provare a fermare l’offensiva padronale oggi sul diritto del lavoro, come primo passo per costruire una resistenza vincente. L’autunno è un crocevia, resta da vedere se ad andare avanti saranno i capitalisti o se il movimento dei lavoratori troverà la forza per ricostruire il suo cammino.
Chiediamo a tutta l’organizzazione un impegno profondo in tutti i luoghi di lavoro, di studio, nei quartieri per proporre, difendere e costruire delle scelte e delle mobilitazioni unitarie.
L’unità è una nostra bandiera fondamentale. Lavoriamo per costruire ovunque sia possibile percorsi di lotta che siano unitari tra tutte e tutti disponibili a mobilitarsi, contro ogni idea di ripiegamento settario o di semplice denunzia.
Chiediamo a tutte e tutti di partecipare a tutte le mobilitazioni che saranno indette, comprese quelle parziali indette dalla direzione della CGIL, (che, per altro, le concepisce con finalità sostanzialmente subalterne allo scontro interno al PD) e tanto più a quelle della FIOM, per difendere non solo contenuti radicali tra i lavoratori che vi parteciperanno, ma per tessere pazientemente la tela della mobilitazione generale, della costruzione dello sciopero generale. E lavoreremo perché ci sia piena partecipazione a tutte le altre iniziative di lotta indette dai sindacati di base.
Chiediamo a tutte le correnti del sindacalismo di classe di essere all’altezza della situazione dal punto politico e tattico per saper costruire le iniziative unitarie e per riuscire a parlare all’insieme della classe lavoratrice e nella società.
La coalizione reazionaria liberista può infatti essere battuta solo con una grandissima prova di forza sociale di cui vanno costruite le condizioni organizzative e la credibilità politica.
In questo quadro resta o ritorna centrale il tema della demistificazione e del rigetto del debito, su cui occorre costruire ancora iniziative e mobilitazione specifica.
2. Inoltre l’autunno sarà anche la verifica se si è capaci di passare ad una fase di rapporto superiore tra i movimenti sociali ed ambientali e quelli propri del movimento operaio.
Percorso non facile sia per le necessarie scelte dei gruppi dirigenti, ma anche perché questo si deve esprimere non solo come generico auspicio delle direzioni, ma come una pratica comune e consapevole degli attivisti.
Nello stesso tempo si pone un problema, che si è ripresentato più volte nel movimento dei lavoratori: come collegare le battaglie economiche e sociali a quelle democratiche?
Oggi, contro le derive autoritarie e di involuzione istituzionale democratica si stanno impegnando alcuni settori di giuristi democratici, ed anche qualche intellettuale, espressione di un’opinione pubblica democratica ancora esistente, se pur minoritaria.
Ma il Movimento 5 Stelle e molti esponenti di quest’area democratica non hanno però un’idea precisa sul fatto che la battaglia per la difesa degli spazi democratici non ha possibilità di vittoria senza una solida mobilitazione sociale.
L’involuzione istituzionale è portata avanti proprio per gestire al meglio e senza condizionamenti le politiche dell’austerità. Non sarà facile costruire un ponte e l’unità di intenti tra le “aree democratiche” e le “aree sindacali e sociali di classe”, ma è necessario provarci, perché si tratta di mettere in campo tutte le iniziative possibili e utili per demistificare l’azione del governo, la violenza e le falsità dei capitalisti e della loro stampa. Anche se per ora appaiono invincibili, la loro forza si regge in gran parte sulla demoralizzazione e sulla complicità delle organizzazioni sindacali maggiori.
Non c’è scritto da nessuna parte che questo stato di cose non possa cambiare se cominciano a generalizzarsi le mobilitazioni dei settori più combattivi e disponibili, se appare che nel nostro paese sono ancora in tanti a non accettare l’involuzione sociale e democratica, a guardare anche fuori nel nostro paese per sostenere le lotte degli oppressi, e che molti sono disposti a tornare nelle piazze ed anche a scioperare.
Naturalmente, come è sempre avvenuto, i grandi movimenti di massa sono imprevedibili e noi non possiamo che fare un lavoro di preparazione e di stimolo, avendo quindi orientamenti politici e strumenti che permettano di poter intervenire in modo utile.
3. Sappiamo anche che solo da una dinamica di movimento simile potrà venire una spinta propulsiva per la ricomposizione politica, ma è nostro compito lavorare per essa fin da oggi.
La necessità di costruire una vasta aggregazione politica per poter intervenire con una qualche maggiore efficacia nella crisi italiana è davanti agli occhi di tutti; è un compito a cui, tutte e tutti coloro che hanno a cuore la sorte del movimento dei lavoratori non possono né devono sottrarsi e su cui dirigenti e militanti politici della sinistra devono dimostrarsi capaci di dare disponibilità reali e di operare atti concreti.
In tutti i paesi dell’Europa, in particolare quelli dell’Europa del Sud, compresa la Francia, le forze del movimento operaio e della sinistra sono confrontati a difficoltà gravissime, ma in nessun altro paese oltre al nostro gli strumenti politici sono così limitati e parziali. Bene o male dalla Francia alla Grecia, dal Portogallo alla Spagna, dove è sorto in pochi mesi un nuovo soggetto politico, Podemos, le forze organizzate della sinistra, al di là dei limiti e degli orientamenti politici, agiscono a un altro livello ed hanno qualche chances in più di intervento nel conflitto di classe in atto.
Occorre che le forze della sinistra tutte insieme decidano di provare ad affrontare questa situazione di impasse, ricercando un quadro comune di iniziativa e prospettando un percorso di convergenza.
Per questo vogliamo sviluppare e partecipare a una discussione aperta, e per questo intendiamo rivolgere nel prossimo periodo, in tal senso, un appello politico specifico alle altre forze politiche della sinistra.
Evidentemente la ricomposizione politica non è una scatola vuota, un puro contenitore di forze diverse; per essere coalizione efficace ed utile deve avere, secondo noi alcune discriminanti elementari che brevemente indichiamo:
- il rigetto delle politiche dell’austerità e quindi, per conseguenza logica, la completa alternatività a PD che le gestisce;
- la non subalternità alle burocrazie sindacali a loro volta subalterne al governo e alla Confindustria;
- una azione e uno spirito politico volto favorire la costruzione democratica dei movimenti;
- la pluralità e la democrazia all’interno della coalizione da costruire.
Questo percorso acquisterà forza e sarà credibile in un clima di fiducia reciproca se contemporaneamente si sarà capaci di realizzare nel corso dei prossimi mesi iniziative significative contro le politiche del governo e la sua manovra economica.