Fermate la guerra in Ucraina!
Pubblichiamo alcuni stralci della rassegna sulla sinistra Russa, Bielorussa e Ucraina, raccolta da Andrea Ferrario su crisiglobale, che potete consultare nella versione ampia anche su Movimento operaio con l’introduzione di Antonio Moscato. Riteniamo di particolare interesse, data la drammaticità della situazione, l’appello delle forze della sinistra russe, bielorusse e ucraine contro la guerra che si sono riunite in una conferenza nei pressi di Minsk il 7 e 8 giugno. L’obiettito è quello di rinsaldare l’unità degli internazionalisti dei tre paesi nella lotta contro l’isteria nazionalista (ndr).
Alcuni gruppi della sinistra radicale di Ucraina, Russia e Bielorussia hanno pubblicato un appello per la pace in Ucraina. Le molte contraddizioni nel testo, così come la presenza tra i firmatari dei neostalinisti di Borotba, hanno portato a un ampio dibattito. Pubblichiamo un dossier sull’argomento, cominciando con questa prima puntata dal testo integrale dell’appello e da alcuni commenti del sito anarchico “Nihilist”, preceduti da una nostra introduzione.
Una quindicina di attivisti di alcuni gruppi della sinistra radicale ucraina, russa e bielorussa si sono riuniti recentemente a Minsk, pubblicando alla fine del loro incontro un appello per fermare la guerra in Ucraina intitolato, forse con enfasi un po’ eccessiva, “Zimmerwald 2014” (ne pubblichiamo sotto la traduzione integrale, seguita da altri materiali della sinistra ucraina e russa). A una prima lettura avulsa dal contesto l’appello può apparire efficace. In realtà, se letto attentamente e alla luce delle dinamiche interne alla sinistra radicale ucraina risulta alquanto problematico. Proviamo a spiegarne il perché.
Gli attivisti che hanno pubblicato l’appello rappresentano solo una piccola parte della sinistra ucraina, russa e bielorussa. Si tratta sostanzialmente degli intellettuali marxisti delle riviste “Spilne” e “Skepsis”, di attivisti del Movimento Socialista Russo, di esponenti del gruppo ucraino Borotba. Il problema essenziale è rappresentato da quest’ultimo, una formazione ultradogmatica e post-stalinista. Se si trattasse solo di queste sue caratteristiche, si potrebbe anche dire che di fronte alla necessità di fermare la guerra si può discutere anche con formazioni del genere (cosa sulla quale comunque non siamo d’accordo). Borotba però è molto di più e molto peggio. Questa formazione ha dietro di sé un pesante curriculum di aggressioni verbali e fisiche contro chi dissente dalle sue posizioni, anche da sinistra (per es. a Kharkov), suoi esponenti hanno preso parte all’aggressione violenta e armata che ha aperto gli scontri sfociati poi nella strage di Odessa (nella quale alla fine è morto anche un suo militante). Borotba collabora strettamente con il Partito Comunista, un partito che nonostante il nome è reazionario, omofobo, antisemita e legato a doppio filo con il sistema oligarchico. Infine, e soprattutto, Borotba sostiene attivamente, anche in piazza, le Repubbliche di Donetsk e Lugansk, ponendosi così sotto l’egemonia delle forze neofasciste e guerrafondaie che ne detengono il completo controllo e che tre mesi fa hanno aperto senza motivo la fase della militarizzazione. Nessuna seria iniziativa di pace, anche aperta a larghe alleanze, può avere tra le proprie fila questa formazione, che giustamente è screditata presso ampissimi settori della sinistra e della popolazione generale.
Un’altra critica, anche se di natura diversa, va rivolta agli intellettuali di “Spilne” e in particolare al loro esponente più noto, Volodymyr Ishchenko, una delle voci ucraine più ascoltate nella sinistra occidentale, visto che pubblica anche in inglese sul sito LeftEast nonché su testate come il Guardian o la Tageszeitung. In questi mesi Ishchenko ha costantemente legittimato l’Antimaidan come un “movimento di massa, di base e plebeo”, tacendo accuratamente sia sul fatto che è completamente egemonizzato da fascisti ed estremisti di destra e senza mai argomentare le sue affermazioni riguardo al suo inesistente carattere “di massa”. Per esempio, fa finta di non vedere che le “Repubbliche Popolari” non hanno mai portato in piazza più che un pugno di persone, che non coinvolgono in alcun modo la popolazione nelle loro decisioni, adottate in modo quindi del tutto autoritario, e anche che fin da subito si sono imposte con la violenza e per via militare, senza esservi state costrette da repressioni. L’incontro tra Borotba e gli intellettuali marxisti ucraini di questa corrente alla fine non meraviglia e non è di buon auspicio per le iniziative della sinistra mirate a fermare la guerra. Il Movimento Socialista Russo è invece una formazione antistalinista che ha fatto in questi mesi un buon lavoro di analisi politica sulla crisi ucraina. Non disponiamo purtroppo di informazioni sui soggetti della sinistra bielorussa che hanno preso parte all’incontro.
La dichiarazione paga chiaramente il prezzo della presenza di membri di Borotba nonché della linea reticente, e avulsa dalla realtà, degli intellettuali marxisti presenti. Lo si vede fin da subito, quando si cita la “vittoria dei nazionalisti e neoliberali di Euromaidan”, senza nemmeno un paio di parole sul precedente regime, sull’intervento imperialista russo e così via. Inoltre, tra le altre cose, la richiesta di sciogliere le formazioni armate viene rivolta solo al governo di Kiev e non ai paramilitari di estrema destra che hanno avviato il conflitto. Sono posizioni che ricalcano la sostanza di quelle di Borotba. Quest’ultima ha poi approvato ufficialmente l’appello nel suo sito, aggiungendo alcune critiche e rivendicando in più a chiare lettere “la distruzione” del nemico (il governo di Kiev) e un’invasione militare di Mosca per “liberare” l’Ucraina sud-orientale.
Alla riunione non ha preso parte una fetta importante della sinistra radicale ucraina, forse anche maggioritaria: le formazioni anarchiche, in particolare l’Unione Autonoma dei Lavoratori, e il gruppo Opposizione di Sinistra. Gli anarchici hanno duramente criticato il documento, rifiutando di firmarlo. Va notato però che hanno lanciato negli stessi giorni un’azione di solidarietà con le vittime della guerra e di invio di aiuti. Opposizione di Sinistra ha prima pubblicato un articolo personale di Zakhar Popovich (che riportiamo in traduzione) con richieste in massima parte differenti da quelle dell’appello, poi ha pubblicato una lunga posizione analitica nella quale alla fine, dopo avere preso concretamente le distanze dalla maggior parte dei suoi contenuti, afferma in modo non molto chiaro di “condividerne l’orientamento generale” (questa altrimenti interessante posizione di Opposizione di Sinistra è uscita mentre terminavamo la redazione di questo speciale – speriamo di avere il tempo di pubblicarla in traduzione più avanti nel tempo). Nonostante le critiche radicali che gli abbiamo mosso, all’appello “Zimmerwald 2014” va sicuramente riconosciuto un merito, e non da poco: quello di avere suscitato un dibattito su iniziative concrete contro la guerra nel momento in cui il conflitto sta sempre più degenerando in uno scontro bellico a tutto campo – Crisi Globale.
Pubblichiamo qui sotto nell’ordine (in alcuni casi con dei tagli per motivi di sintesi): 1) L’appello “Fermare la guerra in Ucraina”; 2) Brani di un relativo commento del sito anarchico ucraino “Nihilist”; 3) Alcuni commenti di “Nihilist” su Borotba e la sinistra occidentale che le è affine(i due ultimi interventi li trovate in crisiglobale e Movimento operaio ndr.).
Per inquadrare meglio il dibattito in corso nella sinistra ucraina è particolarmente utile leggere un resoconto sul convegno “Maidan e la sinistra” che ad aprile scorso ha coinvolto in un modo o nell’altro molti dei gruppi qui citati – la traduzione in inglese è stata pubblicata dal sito “People and Nature” di Gabriel Levy: http://peopleandnature.wordpress.com/2014/06/16/libertarian-in-spirit-the-left-and-maidan/ [a.f.]
ZIMMERWALD 2014: “FERMATE LA GUERRA IN UCRAINA!”
A Minsk, il 7-8 giugno, si è tenuta una riunione di attivisti di sinistra dell’Ucraina, della Russia e della Bielorussia, che hanno pubblicato la seguente dichiarazione:
Noi, partecipanti alla riunione di attivisti di gruppi e organizzazioni di sinistra e marxisti della Bielorussia, della Russia e dell’Ucraina, riteniamo come nostro obiettivo prioritario la fine della guerra civile in Ucraina. Il conflitto militare che ha fatto seguito alla vittoria dei neoliberali e dei nazionalisti dell’”euromaidan” di Kiev ha reclamato centinaia di vite e contribuito a una crescita senza precedenti dello sciovinismo e della xenofobia nella società ucraina e russa. Questa guerra consente alla classe dominante di consolidare la società ucraina intorno al proprio regime politico, distraendo i lavoratori delle aree occidentali e orientali del paese dalla lotta per i propri diritti sociali e politici, mettendoli gli uni contro gli altri e favorendo così gli interessi della grande borghesia. Il governo russo, l’Unione Europea e gli Stati Uniti utilizzano la guerra civile in Ucraina per lo stesso scopo: la gente che muore nel Donbass attualmente è solo moneta di scambio nella loro lotta per avere la meglio.
Esprimiamo la nostra solidarietà a tutti i partecipanti dei movimenti di sinistra ucraini che combattono contro la guerra, il nazionalismo e la xenofobia. Riteniamo necessario fornire loro tutto il supporto informativo, politico e materiale possibile. Ci opponiamo alle pressioni e alle repressioni messe in atto da tutte le parti del conflitto, ai massacri, alle torture e ai rapimenti di cui sono stati vittime gli attivisti di sinistra, gli antifascisti e tutti i cittadini ucraini, indipendentemente dalle loro opinioni politiche. Ci opponiamo anche alle persecuzioni politiche in Crimea.
Fermare la guerra è il compito primario di tutti i movimenti di sinistra democratici, indipendentemente dalle loro divergenze riguardo a diversi aspetti dell’agenda politica. Riteniamo quindi necessario coordinare gli sforzi di tutti gli oppositori della guerra in Ucraina dando vita a un momento antiguerra di massa e capace di incidere.
Le nostre richieste sono:
• Chiediamo al governo dell’Ucraina di sospendere immediatamente l’”operazione antiterroristica”, di ritirare le proprie truppe dal territorio delle regioni di Donetsk e Lugansk e di concludere una tregua con le milizie della Repubblica Popolare di Donetsk (RPD) e della Repubblica Popolare di Lugansk (RPL).
• Chiediamo a tutte le parti del conflitto di siglare un accordo di pace per la completa cessazione delle ostilità, di liberare tutti i prigionieri politici e di guerra, e di sciogliere i gruppi armati.
• Chiediamo al governo ucraino di sciogliere le forze armate regolari composte da soldati mobilitati contro la loro volontà, e le cui famiglie stanno attualmente organizzando proteste in varie regioni dell’Ucraina.
• Chiediamo alla Russia, all’Ue e agli Usa di cessare completamente di interferire nel conflitto ucraino, e di non dare supporto alle parti di tale conflitto.
• Chiediamo la cessazione della campagna sciovinista nei media ucraini e russi che, con il loro linguaggio di odio, sono tra i principali istigatori della guerra.
• Chiediamo l’adozione di una nuova Costituzione dell’Ucraina, la rielezione degli organi di governo delle regioni di Donetsk e Lugansk, un vero diritto all’autodeterminazione e all’autogoverno del Donbass nonché di tutte le regioni dell’Ucraina.
• Siamo convinti che il consolidamento informativo e organizzativo dei gruppi di sinistra dello spazio ex sovietico sia una condizione necessaria per la formazione del movimento antiguerra. A tale fine, stiamo dando vita congiuntamente a una iniziativa di “Croce Rossa” mirata ad aiutare gli attivisti di sinistra e gli obiettori al servizio militare, e stiamo inoltre dando vita a una rete informativa per i gruppi di sinistra e marxisti della Bielorussia, della Russia e dell’Ucraina.