Germania: quale alternativa alla “Grande coalizione”?
Continua il nostro viaggio all’interno della Sinistra Europea. Dopo la Francia e la Spagna, tocca alla Germania dove si accentuano le divisioni sociali quando al governo c’è la “Grande coalizione” che vede assieme conservatori e socialdemocratici. Tra le forze che si oppongono alle politiche neoliberiste c’è il partito di sinistra Die Linke, la prima forza di opposizione all’interno del parlamento federale. Negli ultimi tempi si stanno accentuando le ambiguità del referente tedesco della Sinistra Europea. Al suo ultimo congresso, infatti, Die Linke ha attenuato il suo giudizio negativo nei confronti dei questa Unione Europea non democratica. L’obiettivo è di costruire in prospettiva una nuova alleanza a livello federale coi verdi e i socialdemocratici ( a livello regionale die linke governa già assieme ad essi nel Brandeburgo). (ndr).
Da Berlino, Manuel Kellner (Isl, Sinistra socialista internazionale)
tradotto dal francese dal sito del Npa
Sottto la cancelliera Angela Merkel, la “ Grande coalizione” – cristiano conservatori della Cdu/Csu e Spd socialdemocratica – governa in continuità con le politiche del governo precedente Cdu/Csu e liberali del Fdp. Considerando che i liberali e i populisti di destra (Adf), non avendo superando lo sbarramento del 5% nelle ultime elezioni federali, ai quali si devono aggiungere altri piccoli partiti con una base elettorale debole, quasi il 15% dei voti non ha avuto rappresentanza nel Bundestag, il parlamento federale. L’orientamento politico generale, condiviso tra l’altro anche dai Verdi, si profilava già verso la grande coalizione ben prima che arrivasse al potere: la riduzione del debito divenuta costituzionale; la disciplina di ferro nei bilanci pubblici; i regali alle banche, ai grandi trusts e ai ricchi; la politica dei “memorandum” imposta alle popolazioni dei paesi economicamente più deboli dell’Unione Europea, paesi impoveriti sistematicamente dalle politiche brutali di austerità come in Grecia; una politica che cerca di evitare il conflitto diretto con le direzioni sindacali.
Divisioni sociali.
È la profonda divisione sociale e la relativa prosperità del capitalismo tedesco che, finché non cambierà la situazione, ha impedito la nascita di mobilitazioni di massa contro questa politica neoliberale. Eppure, un bambino su sette vive in Germania sotto la soglia di povertà. Moltissimi lavoratori e lavoratrici salariati vivono una condizione di precarietà. Moltissimi pensionati, soprattutto donne, non possono vivere grazie alla loro pensione. Una gran parte dei lavoratori salariati, tuttavia, approfittando dei successi tedeschi nell’esportazione, si sente più vicina ai vincenti, a differenza dei loro simili in seno all’Unione Europea, e per questo sono passivi. Le lotte sono soltanto in alcuni settori, più o meno continuamente, come attualmente nei servizi. É il caso del sindacato Ver.di che fa degli scioperi di “avvertimento” per ottenere 100 euro in più per tutte e tutti e un aumento salariale del 3,5%.
Promesse elettorali.
Che cosa resta delle promesse elettorali del Spd che sono state in parte inserite negli accordi governativi della “Grande coalizione”? Si tratta di concessioni sociali assai limitate che soddisfano alcune parti dei lavoratori salariati. Ad esempio il “salario minimo” di 8,50€ varato dal governo. Innanzitutto, queste 8,50€ non aiuta assolutamente i salariati colpiti dalla povertà. Inoltre, questo salario minimo vedrà la luce solo nel 2017 e, quando quasi 4 milioni di persone potranno usufruirne, il valore d’acquisto di queste 8,50€ non sarà più lo stesso. Infine, ci sono tante eccezioni: i disoccupati di lunga durata che potranno essere pagati meno al loro primo impiego i primi sei mesi (se non si faranno licenziare prima), i giovani con meno di 18 anni senza formazione professionale, una parte dei stagisti … .
Die Linke perde la sua radicalità.
Per quanto riguarda la politica estera, sta crescendo il profilo di attore, anche militare, della Germania in seno alle alleanze occidentali. Solo il partito della sinistra (Die Linke) – ora il primo partito d’opposizione nel Bundestag avendo qualche deputato in più rispetto ai Verdi – si è schierato contro la partecipazione della Bundeswehr nei diversi interventi bellici e contro la politica al servizio del grande capitale. Durante il suo congresso di preparazione alle elezioni europee, tuttavia, Die Linke a espunto dal suo programma elettorale la caratterizzazione dell’Ue come “neoliberale, militarista e ampiamente non democratica”. Chiaramente, la direzione e la maggioranza del congresso offrivano un segnale alla Spd e ai Verdi di “responsabilità”, così da imporsi come un alleato affidabile per un eventuale coalizione Spd – Verdi a livello federale ( a livello regionale governano già insieme nel Brandeburgo). Durante le negoziazioni per la “Grande coalizione” col Cdu/Csu, la direzione del Spd non ha escluso questa possibilità, qualora Die Linke accettasse le “necessità” della politica internazionale.