Ukraina, sulle manifestazioni «pro-europee»

di Vitaliï Atanasov, da http://www.lcr-lagauche.org/

KievLa mobilitazione più massiccia che abbia conosciuto l’Ukraina negli ultimi 8 anni non ha portato a nessun risultato tangibile. Il fatto che le masse scendano in piazza ha un’importanza in sé: è comunque il sintomo dell’insoddisfazione crescente in tutti gli strati sociali di fronte al regime.

L’azione più massiccia ha avuto luogo a Kiev dopo l’appello di tre partiti di opposizione; ha avuto come leitmotif il sostegno all’integrazione europea. In questi due ultimi anni il numero dei sostenitori della ratifica di un accordo di associazione con l’Unione europea è considerevolmente aumentato, e non è tanto il risultato del lavoro dell’opposizione e della sua tradizionale retorica filoeuropea, ma piuttosto dell’azione del partito al potere, il Partito delle Regioni, e dell’entourage del presidente Viktor Ianukovitch.

Malgrado una vasta campagna di agitazione in favore dell’associazione con la UE, il contenuto e le conseguenze reali dell’accordo non sono veramente al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica. Per la stragrande maggioranza dei sostenitori di questo accordo, l’associazione è il simbolo di un orientamento filoccidentale e di una modernizzazione più o meno astratta, oltre che la concretizzazione della rottura tanto attesa con il marasma del capitalismo postsovietico.

L’ampiezza delle manifestazioni riflette il livello di insoddisfazione nei riguardi del regime impersonificato da Ianukovitch. Corruzione massiccia dell’entourage diretto del presidente, rafforzamento del controllo sui media e sui tribunali, economia in caduta permanente e ritardi nei pagamenti delle retribuzioni dei dipendenti pubblici… ed è solo una parte della lista.

Benché la popolazione sia scesa in piazza su appello dell’opposizione, sembra evidente che il sistema dei partiti, nella sua attuale configurazione, non riesce a soddisfare tutti. Come ci si poteva aspettare i partiti di opposizione non erano pronti per un movimento di massa e si sono mossi solo in funzione della prospettiva delle elezioni del 2015. I loro leader Iatsenuk, Tiagnibok et Klitchko esprimono le loro ambizioni presidenziali senza ambiguità utilizzano l’eterno cliché: «Libertà per Iulia (Timoshenko, oligarca e donna politica oppositrice del presidente Ianukovitch, condannata a sette anni di prigione per abuso di potere nel 2011, ndt), dimissioni del governo, fuori la cricca, l’Ukraina è Europa!».

La retorica vuota di contenuto e l’impotenza dei partiti di opposizione irrita sempre più i partecipanti alle manifestazioni. Non è la prima volta che la stanchezza di fronte all’opposizione tradizionale si fa sentire. Ma questa volta questa stanchezza si è materializzata sotto la forma di piattaforme alternative, come per esempio «Euromaidan» (maidan significa «posto» in lingua ukraina, ndt) a Kiev, con un’azione apartitica parallela che si è svolta a Piazza dell’Indipendenza.

Questo Maidan alternativo ha un’ampiezza minore di quella del campo gestito dai partiti dell’opposizione tradizionale. Tuttavia, in essa non sono presenti simboli di partito e funziona il principio del microfono aperto.

Uno dei membri dell’opposizione più sensibili alle sfumature della politica di piazza, il leader del partito nazionalista populista di destra Libertà (che fino al 2004 portava il nome di Partito Socialnazionale), Oleg Tiagnibok, comprende molto bene il pericolo rappresentato da questo tipo di piattaforme alternative. E così definisce i sostenitori della linea antipartitica come agenti della amministrazione del presidente.

Il giorno prima di questi fatti, un segnale d’allarme era suonato per i nazionalisti a Lvov, dove il potere è nei fatti in mano a quel partito di opposizione. Nel momento culminante della «euromanifestazione», il deputato nazionalista Mikhaltchichina è stato espulso dal palco e privato della parola. Gli organizzatori di questa azione (alcune organizzazioni studentesche di Lvov) hanno sostenuto che non volevano ascoltare i discorsi dei politici in carica.

La mancanza di fiducia nei partiti parlamentari tradizionali non fa nascere di per sé un’alternativa. Ma se l’ondata di contestazione attuale darà luogo ad una vera politica democratica, quest’ultima vedrà la luce negli spazi liberati dalla presenza corrotta dell’opposizione ufficiale.